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Somiglia ad un vulcano, Marco Carta. Il cantante sardo, ospite di Barbara D’urso a “Live-Non è la D’Urso” su Canale 5, si sfoga: “Non sapevo minimamente che dentro quella borsa ci fossero delle magliette”. Il riferimento è al caso, terminato con un’asssoluzione piena “per non aver commesso il fatto”, delle T-shirt portate via da La Rinascente di Milano lo scorso giugno. Carta era stato arrestato all’uscita del negozio insieme ad una donna, la 53enne Fabiana Muscas. Davanti al giudice, il suo avvocato aveva chiesto l’ammissione ai lavori socialmente utili. Per Marco Carta, invece, si dirada quasi definitivamente – il pm ha infatti fatto ricorso contro la sentenza di assoluzione – la “nube” del carcere. Niente otto mesi di reclusione e niente 400 euro di multa da pagare. A novembre ci sarà il pronunciamento della Cassazione. Intanto Marco Carta si gode poi abbracci della D’Urso e si leva più di un sassolino dalle scarpe: “L’ho detto sin dal primo momento che per quella situazione ero tranquillo, ma ero preoccupato per la mia famiglia. Era il mio unico dente dolente”, afferma il cantante.
“Non sapevo minimamente che dentro quella borsa ci fossero delle magliette” e, incalzato dalla D’Urso sulla scelta del rito abbreviato “perché sa di essere innocente e vuole essere giudicato subito”, Marco Carta conferma: “Certo”. L’artista poi parla del suo compagno Sirio, che da poco ha perso il padre: “Dedico questa sentenza anche a lui, è un amore. In questi mesi c’è stato il problema della morte del padre ed io ho concentrato tutte le mie forze su di lui”.