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Abbondanti infiltrazioni d’acqua per la pioggia torrenziale che si è abbattuta anche nel Centro storico di Cagliari, hanno mandato in tilt la cabina dell’Enel ubicata all’interno di un palazzo di via Caprera.
Il guasto è stato preceduto da quattro-cinque boati (sembravano grossi petardi, affermano gli abitanti della zona, svegliati di soprassalto alle prime ore della notte scorsa) intorno alle quattro del mattino e la corrente elettrica è venuta a mancare in tutto il corso Vittorio Emanuele fino a via Tigellio. Bar, ristoranti e attività commerciali hanno dovuto chiudere i battenti, altri hanno aperto solo intorno alle dieci del mattino quando gli operai dell’Enel hanno installato un generatore di corrente che ha ridato corrente solo ad una parte delle attività e delle abitazioni. Questo pomeriggio, l’intero lato a sinistra del corso che da via Caprera porta a via Tigellio, era ancora senza energia elettrica. I disagi procurati sono tanti e anche i danni economici che ne sono derivati.
E’ tornata l’energia elettrica in tutto il Corso Vittorio Emanuele. Nel primo pomeriggio è stato installato un grosso generatore di corrente autotrasportato . I tecnici dell’Enel sono al lavoro in queste ore nei locali della cabina elettrica andata in tilt all’interno del cortile del Civico 41 di Via Caprera. E’ evidente che si tratta di un intervento di emergenza mentre saranno necessari urgenti interventi di carattere edilizio per sistemare la copertura del locale al cui interno sono gli impianti dell’Enel, copertura che presenterebbe delle gravi lesioni strutturali e che al momento è stato messa al riparo con teloni impermeabili. Gli abitanti della zona fanno voti affinchè la cabina venga riparata del tutto e messa in perfetta sicurezza in tempi veloci, comunque accettabili . Forse qualcuno si sarà rivolto anche a Sant’Efisio, che ha patito anche lui, assieme ai fedeli che lo accompagnano, tutti i disagi di questa primavera bizzarra, anche se in tutta la Sardegna abbiamo invocato la pioggia contro i gravi problemi della siccità che ha devastato le campagne e i raccolti e intere comunità erano addirittura prive della regolare erogazione dell’acqua potabile, con i bacini idrici quasi completamente vuoti.