L’ultimo ballo

Analizziamo la stagione del folletto rossoblù


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Fosse rimasto Cellino, Andrea Cossu non avrebbe quasi sicuramente vestito la maglia rossoblù in questa stagione sfortunata; per meritarsi la fiducia concessa dalla nuova proprietà è stato sin dai primi giorni della gestione Zeman, uno dei più attivi e in cerca di riscatto. Infatti nonostante le 35 primavere e i carichi di lavoro imposti dal boemo, Cossu da subito ha mostrato un impegno e un abnegazione tattica che hanno sorpreso e non poco.

Impiegato da esterno mancino nel tridente, un ruolo quasi mai ricoperto in passato, tanta dedizione al sacrificio unita ad una grande voglia di mettere a tacere coloro che ne auspicavano un addio anticipato, hanno fatto si che una maglia da titolare fosse sua con merito.

L’andamento della squadra unito ai cambi di guida tecnica hanno però cominciato a far venir meno quella grinta, fantasia e efficacia dimostrata durante tutta la militanza in rossoblù. Quelle caratteristiche che hanno contraddistinto le prestazioni che nel 2010 stavano per regalare un Mondiale ad un uomo che dalle sabbie mobili della serie B con il Verona, ha saputo rialzarsi e diventare profeta in patria.  Prosegui la lettura