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Da una casa e un lavoro alla strada – ha vissuto per mesi accampato dentro una tenda – e alla disoccupazione: questo il tremendo mix che gli ha sconvolto l’esistenza. Luca Usai, ex lavoratore portuale 49enne, oggi sopravvive a Quartucciu dentro una roulotte “gentilmente donata da alcuni cittadini, grazie a una colletta hanno racimolato cinquecento euro e così, da novembre, almeno posso difendermi dal freddo”. Già, almeno le ossa non hanno più dolori. Ma Usai, adesso, sta disperatamente cercando di “guarire” da ben altri dolori: “Dopo la disoccupazione è crollato tutto, non mi viene riconosciuta nemmeno la Naspi”. Qualche mese fa, intervistato dal nostro giornale, aveva raccontato di aver “perso” pure i suoi tre figli: “Un’altra bruttissima situazione, legata alla mia condizione di povertà estrema”. Già, perche Luca Usai riesce a guadagnare “cinque, sei, sette euro quando va bene, al giorno, perché aiuto delle persone a fare la spesa. Grazie a questi pochi soldi posso mangiare qualcosa o comprarmi un detersivo per lavarmi i vestiti, visto che sono pur sempre una persona”. E, dopo tanti “schiaffi” presi dalla vita, il 49enne sta provando, in tutti i modi, a costruirsi un nuovo futuro.
“A Quartucciu ho incontrato tantissime persone d’oro e molto solidali, nonostante sia un piccolo paese è molto meglio di Cagliari”. Ma, ovviamente, qualche euro raggranellato ogni giorno e un camper in mezzo a uno sterrato polveroso, a quarantanove anni, non possono certamente essere “esempi” di una vita tranquilla: “Chiedo un lavoro, qualunque, chi me lo può offrire? Sono disposto a rimboccarmi le maniche, basta che si tratti di un’occupazione onesta perché io non vado molto d’accordo con chi è disonesto. Voglio solo poter gettare le basi per un mio ‘secondo’ futuro”.