L’isola del lavoro che non c’è: più di un giovane su due non lavora

Nel giorno in cui Renzi firma il patto per la Sardegna, l’Inps diffonde dati allarmanti: quasi il 60 per cento delle ragazze sarde sono disoccupate, così come il 56 per cento dei ragazzi. L’Agenzia regionale del Lavoro intanto moltiplica i suoi dipendenti, presto potrebbero passare a 800


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Nello stesso giorno in cui Matteo Renzi, portato trionfalmente in prima pagina anche dall’Unione Sarda, annuncia il “patto per la Sardegna”, l’Inps certifica una situazione a dir poco drammatica per il pianeta lavoro in Sardegna. I numeri sono allarmanti: quasi il 60 per cento delle giovani donne sarde sono disoccupate (59,61), va leggermente meno peggio agli uomini con una percentuale di giovani senza lavoro del 56,42. Cifre che fanno particolarmente paura se rapportate alla media nazionale, che non è certamente rosea: in Italia i ragazzi senza un’occupazione sono il 40 per cento, in Sardegna quasi un quarto in più. Il tasso totale dei disoccupati sardi invece, giovani o non giovani, è del 17 per cento contro l’11 per cento nazionale. Ad affermarlo è il bilancio sociale dell’Inps, il dato insomma non potrebbe essere più esatto. 

In Sardegna dunque più di una ragazza su due non lavora, e lo stesso per i ragazzi. Un terzo della popolazione sarda è rappresentata da pensionati, ma il ricambio nei posti di lavoro non c’è e i risultati si vedono. A poco sono serviti dunque i voucher, i tirocini e le iniziative dell’Agenzia regionale del Lavoro che nel frattempo moltiplica i suoi dipendenti, che potrebbero passare addirittura a 800 in tempi brevi, senza nuovi concorsi pubblici. Malissimo il commercio, il turismo non porta il benessere che dovrebbe. In leggera crescita invece l’edilizia, ma crolla l’artigianato: non si investe più neanche nei nostri prodotti tipici. E i giovani, manco a dirlo, in migliaia scappano all’estero per colpa dell’Isola che non c’è. 


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