Lirico di Cagliari, sos dei sindacati: “Direzione incapace di organizzare, non possiamo lavorare in sicurezza”

Nel mirino l’opera inaugurale della stagione: “La Cecilia di Recife non è adatta ai periodi di norme anti Covid. La quotidiana incapacità organizzativa ed uno stato di costante emergenza sono purtroppo, da tempo, la cifra stilistica di questa Direzione Aziendale”


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Per le rappresentanze sindacali del Lirico l’opera inaugurale della stagione 2022, la “Cecilia”, non è adatta al periodo di Covid. E in un duro comunicato la RSU stigmatizza la scelta della direzione aziendale di voler inaugurare la nuova stagione Lirica e di Balletto 2022, il 28 Gennaio prossimo, con “Cecilia” di Licinio Refice.

Anche perché il tempo stabilito per questa nuova produzione “è oggettivamente insufficiente per permettere a tutte le maestranze del Teatro di poter lavorare al meglio e in sicurezza, al fine di garantire uno spettacolo di qualità, al quale il pubblico del Teatro Lirico è da sempre abituato”.

E poi il duro attacco: “La quotidiana incapacità organizzativa ed uno stato di costante emergenza sono purtroppo, da tempo, la “cifra stilistica “ di questa Direzione Aziendale, esponendo la Fondazione e con essa tutti i suoi lavoratori ad un’ inevitabile e pericoloso abbassamento del livello qualitativo e quantitativo della programmazione proposta”.

Per la RSU sono stati calendarizzati male i tempi per consentire di realizzare al meglio questo allestimento. “Cecilia non è un opera di repertorio, ha una partitura complessa e prevederebbe grandi organici. A sole due settimane dal debutto la compagine corale (con organico sotto numerato) non ha ancora terminato di leggere in sala l’intera partitura, la stessa che dovrebbe essere già in avanzato stadio di memorizzazione. Sarà quindi impossibile farlo.  Una settimana di studio si è persa con il concerto sinfonico corale programmato l’8 gennaio 2022″.

Covid. “Ciò che maggiormente stupisce”, aggiunge la Rsu, “è la scelta operata dalla Direzione nel voler proporre, in un contesto lavorativo fortemente regolato dalle norme anti-Covid che oramai da due anni stanno condizionando ogni genere di attività, un’opera quale “Cecilia” che da partitura prevede un organico orchestrale assai numeroso, soprattutto per quanto attiene alle file dei fiati. Nonostante la Rsu abbia più volte invitato il Sovrintendente a cambiare, o posporre, il titolo d’apertura sostituendolo con una produzione che necessitasse di organici più ridotti, ciò non è avvenuto e proprio in ragione della vigente normativa anti-COVID sopra richiamata ha portato ad una drastica quanto discutibile riduzione delle sezioni degli archi. Le conseguenze sono all’oggettiva evidenza di tutti: in primis per poter occupare il golfo mistico nel rispetto normativo, gli archi sono stati ridotti ai minimi termini e saranno “coperti” da un organico fiati che per la sua stessa natura non può essere diminuito; tutto ciò andrà a detrimento del prodotto artistico che la nostra Fondazione offrirà al pubblico. In seconda battuta una riduzione tanto radicale del numero degli archi ha avuto quale prima conseguenza il mancato rinnovo del contratto di lavoro a tempo determinato di molti “ aggiunti storici” i quali, in ragione di una scelta artistica irragionevole, si sono trovati dall’oggi al domani senza alcuna fonte di sostentamento”.

La Rsu infine esprime forte preoccupazione per l’attuale gestione della Fondazione. “Solo il 23 dicembre è stato approvato dal Cdi il bilancio previsionale 2022 e con esso la nuova stagione Lirica e di Balletto. La conferenza stampa di presentazione della nuova stagione è avvenuta il 29 Dicembre e la nuova campagna abbonamenti è partita solo il 3 Gennaio. Tutto in estremo ritardo come sta avvenendo per questa opera inaugurale”.

La replica. Alla Rsu ha risposto il Soprintendente Nicola Colabianchi: “Le scelte di programmazione della Fondazione sono competenza della Direzione aziendale; ciò nonostante le perplessità rappresentate dalla RSU in merito alla produzione dell’opera Cecilia sono state analizzate e valutate dalle Direzioni del Teatro per consentire il lavoro in sicurezza e qualitativamente all’altezza della Fondazione. Se nel frattempo sono subentrate situazioni di sofferenza nelle fasi di preparazione dell’opera la Direzione non si sottrarrà ad assumere le azioni necessarie. Ugualmente, pur con la consapevolezza delle difficoltà legate alla pandemia, si adotteranno le determinazioni occorrenti per evitare le frequenti variazioni di orario che avete lamentato e per la definizione di un organico artistico compatibile con la produzione in essere e con gli aumenti della stessa che la Direzione ha intenzione di realizzare”.

 


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