L’ira dei lavoratori autonomi: “Abbandonati e senza un euro. Però si parla del calcio”

Un senso di sconforto, preoccupazione ed enorme incertezza continua ad affliggere i lavoratori autonomi


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Dopo la tanto attesa conferenza stampa del premier Conte che ha annunciato le nuove misure che entreranno in vigore dal 4 maggio per la Fase 2, un senso di sconforto, preoccupazione ed enorme incertezza continua ad affliggere i lavoratori autonomi.
Pier Paolo Cotza, originario di Setzu, è un agente di commercio, ha inoltrato il 3 aprile la richiesta all’Insp per ottenere il contributo di 600 euro. “Nel sito dell’Inps leggo ‘pratica in attesa di esito’. In parte sono anche fortunato perché il mio settore è parzialmente aperto e un po’ riesco a lavorare da casa. Ma il mio fatturato è sceso a molto meno del 40%”. 
“Ci ha dato il colpo di grazia – spiega Davide Portas, titolare del ristorante-pizzeria ‘Cortexandra’ di Sestu – forse il primo giugno si riaprirà. Capisco tutto, capisco che la nostra attività sia ancora un pericolo per noi e per i nostri clienti, comprendo il modo di sviluppare la Fase 2 posticipando al massimo la nostra riapertura, onestamente sono d’accordo.
Ma ci sentiamo totalmente abbandonati a noi stessi in una situazione impossibile da gestire senza aiuti, non comprendo perché non si sia detta mezza sillaba sulla nostra situazione economica; si è parlato di calcio ma non un secondo del discorso si è incentrato per dirci come fare ad arrivare al primo giugno. 
I nostri dipendenti non hanno visto un centesimo dalla cassa integrazione, come devono vivere?
Noi con cosa dobbiamo vivere senza incassi?
E per la nostra azienda? Affitti e luce di due locali commerciali da pagare, bollette, fornitori, assicurazioni, tasse che continuano ad arrivare con un crollo del fatturato pari al 100%.
Abbiamo fatto la richiesta del bonus inps e niente. 
Abbiamo fatto la richiesta in banca del finanziamento con garanzia statale e niente. Buio totale. 
Ci viene detto che le banche avrebbero anticipato le casse integrazioni con una semplice richiesta mentre invece le stesse negano e indirizzano le persone in forte difficoltà (per 2 mesi senza stipendio) a richiedere un finanziamento”. Parole dure dettate da una situazione molto grave che ha messo in ginocchio migliaia di imprese dal punto di vista economico. I ritardi per quanto riguarda i bonus sono stati affrontati durante la conferenza stampa; le pratiche gestite dall’Inps in questi mesi di emergenza sanitaria sono le stesse che in genere vengono lavorate in 4 anni. Intanto per chi è impossibilitato a lavorare, la situazione diventa, giorno dopo giorno, sempre più drammatica senza un aiuto concreto tempestivo.


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