
Comune troppo chiuso ai cagliaritani, spunta l’idea di un referendum consultivo tra la gente sulle principali decisioni da prendere per il futuro della città. L’idea parte dall’ex presidente del centro storico Gianfranco Carboni, la soluzione potrebbe essere sperimentata subito col Pul e col nuovo piano particolareggiato del centro storico. “Referendum consultivo quale soluzione partecipata sui temi e sui progetti rilevanti della Città- propone Gianfranco Carboni, presidente dell’associazione Karalis- il tema è la Partecipazione democratica cavallo di battaglia dell’amministrazione durante le elezioni e la campagna elettorale. Il riferimento di questa proposta, che brevemente cerchiamo di esporre, riferisce in particolare ai temi rilevanti quali il Piano d’Utilizzo del Litorale ed il Piano Particolareggiato. Le Circoscrizioni, non entrando in merito ai motivi ed alle norme che portarono all’eliminazione, erano utili per una mediazione e per il confronto nel territorio. Ormai da qualche tempo è denunciata, da più parti, la mancata informazione e la condivisione sugli interventi anche di grande impatto. Per cui torna utile quanto previsto dal Capitolo Terzo dello Statuto Comunale, in merito agli strumenti di consultazione e di coinvolgimento della cittadinanza. Non si tratta di impedire un’azione amministrativa a chi legittimamente ne ha la prerogativa ma condividere le scelte importanti anche di principio su temi e progetti che potremo VEDERE sintetizzando: come importantissime modifiche di struttura della città. Opportuno sui temi citati che hanno un effetto domino sull’economia sull’indirizzo, o dir si voglia vocazione, e sull’indirizzo che si vuole dare a Cagliari sul piano politico, sociale ed economico. Appunto come i due argomenti, relativi al P.U.L. ed al P.P.C.S., d’ampio respiro e con ricadute generali. Pertanto si è ritenuto opportuno proporre alle associazioni, a cittadini ed ai partiti di lanciare su questi temi un raccolta di firme per porre all’attenzione ed al voto, nei modi e nei termini previsti dallo statuto Comunale in primis i temi citati. Il centro storico che vogliamo: ristorazione, turistico, abitativo? Il Poetto che vogliamo: intoccabile per molti (lasciatelo com’è! visti gli ultimi interventi), luogo di movida, di relax, di turismo, di Casino? Sono domande cui la popolazione deve rispondere partecipando. E’ una proposta che mettiamo in primis all’attenzione del Consiglio Comunale e della Giunta. Ritenendo che l’Amministrazione in tal modo trovi l’occasione più consona a descrivere le sue scelte in materia. Oggi si oscilla fra il non toccare nulla e lasciando che tutto rimangano com’è. Penso che si dia una mano anche rispetto al “cul de sac” di scontri e d’irrigidimenti sulle singole posizioni spesso di principio. Il referendum consultivo cittadino, con 5000 firme di sottoscrittori residenti, esiste dai primi anni 90, ed è inserito nello statuto comunale. Noi lo proponiamo ed intendiamo proporlo come strumento positivo di confronto d’idee. Ci pare opportuno e giusto che la cittadinanza dica la sua sul Poetto e sullo Sviluppo Urbanistico. Affermiamo inoltre che la consultazione dei residenti debba divenire strumento per l’applicazione dei troppo spesso conclamati principi di democrazia partecipata. Per i costi si utilizzino gli spazi comunali dislocati nel territorio e personale, all’uopo nominato, in prestazione volontaria”.