Legambiente, Budelli: i vincoli dello Stato sono salvaguardia

La rinuncia di Harte all’acquisto dell’isola di Budelli conferma che non è il titolare della proprietà del bene che ne garantisce la tutela, ma i vincoli che lo Stato è riuscito ad apporre su quel bene e la capacità di gestione del bene stesso


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Si apprende dalla stampa che Mr. Harte ha deciso di rinunciare all’acquisto dell’isola di Budelli  “Purtroppo mister Harte ritiene che non vi siano le condizioni necessarie o sufficienti per realizzare il piano di conservazione e ricerca ambientale da lui auspicato” si legge nella lettera al sindaco.  

            Questa vicenda  conferma in maniera chiara- dichiara la presidente di Legambiente Sardegna Annalisa Colombu – quanto  la nostra associazione ha sempre sostenuto. Il problema non riguarda la proprietà dell’isola ma l’osservanza delle norme di salvaguardia.

            Nel novembre del 2013 affermavamo che: “ Budelli è privata da sempre, se si considera la giovane storia, esattamente come le altre isole dell’Arcipelago di La Maddalena. Lo è dalla metà dell’800, frazionata e assegnata a privati disposti a rendere le terre maggiormente produttive dal punto di vista agricolo e pastorale e quindi ereditata e venduta più volte senza che questo abbia in alcun modo intaccato la sua bellezza e integrità.

Era privata nel 1986, quando le società immobiliari proprietarie presentarono il piano di fattibilità per la realizzazione di un insediamento residenziale intorno a Porto Madonna, su Budelli, Santa Maria e Razzoli, che prevedeva 50.000 metri cubi di residenze, ed era privata nel 1992, quando venne messa in vendita per la prima volta.

Eppure è rimasta intatta e può oggi vantare il ruolo simbolico che le viene riconosciuto nell’Arcipelago non in virtù di una proprietà pubblica ma in forza di norme e vincoli che, a tutti i livelli, hanno sinora difeso in maniera efficace un interesse pubblico anche a fronte della proprietà privata.

L’istituzione del Parco Nazionale fu la risposta dello Stato alla messa in vendita del ’92, non l’acquisto.

D’altronde questo deve essere il ruolo dello Stato a maggior ragione oggi, quando anche a livello internazionale viene raccomandata l’applicazione di forme di cooperazione e di co-gestione pubblico-privata dei beni ambientali proprio per garantire nel contempo tutela attiva e fruizione di qualità per  territori così delicati e complessi come è l’arcipelago maddalenino”.

“A Budelli grazie ai vari vincoli non è possibile ad alcuno mettere piede sulla Spiaggia Rosa, la zona forse più delicata dell’isola, sia anche il custode o lo stesso attuale proprietario.  Se Mr. Harte in persona, il magnate neozelandese che ha sborsato 3 milioni di euro per acquistare l’isola, volesse domani semplicemente passeggiare sulla Spiaggia Rosa, non potrebbe farlo, anche se quella spiaggia è sua. Non è quindi la proprietà del bene che ne garantisce la tutela, ma i vincoli che lo Stato è riuscito ad apporre su quel bene e la capacità di gestione del bene stesso.”

Lo stesso vincolo che ha difeso Budelli in tutti questi anni -aggiunge Sebastiano Venneri della segreteria nazionale del’associazione- è quello che oggi non consente a Michael Harte di realizzare gli interventi prefigurati al Ministero dell’Ambiente  qualche mese fa. Si rivela che il quadro di tutela è in grado, dunque, di salvaguardare i valori dell’isola anche a fronte del possesso privato.

 In estrema sintesi per garantire la protezione  dell’isola sono sufficienti norme  adeguate alle esigenze di tutela e non lo spreco di risorse pubbliche.