di Nanni Boi
In 22 anni di presidenza ho avuto con Massimo Cellino dei rapporti mai piatti, spesso indirizzati alla burrasca, ma anche improntati a una stima di fondo che me lo ha spesso reso simpatico. Non solo quando in tre diverse occasioni mi chiese di entrare nel Cagliari (e non come addetto stampa ma come diesse: prima come vice di Sandro Vitali, poi subito dopo Manfredonia al fianco di Serra, quindi da solo quando poi chiamò Pederzoli), ma anche quando non ci andai leggero con un pezzo scritto per aver visto negato l’ingresso allo stadio dei redattori del mio giornale (mi presi in quell’occasione l’unica querela della mia vita che poi elegantemente ritiro’) e in un’altra occasione, come mi avrebbe poi confessato a giochi fatti, per avermi fatto saltare un contratto di assunzione gia’ fatta con un quotidiano sportivo nazionale “perché’ il nostro allenatore non parla con lei”. Per mia sVentura fu l’unico tecnico con cui ho avuto dei problemi in oltre trent’anni di professione.
Detto questo e sottolineato come il nuovo proprietario del Brescia quando vuole sa regalare titoli mitici ai suoi intervistatori, non posso che complimentarmi col vecchio bucaniere e collega Franco Ligas per avergli fatto dire alcune cose inedite e che a mio avviso meritano sottolineatura. Intanto finalmente Cellino ha ammesso candidamente che se un presidente entra nel mondo del calcio non e’ solo per cercare il risultato sportivo ma anche per guadagnarci. Lo sanno tutti, ma nessuno dei padroni del calcio lo ammette mai. Poi mi sembra molto diretta ma anche fondata l’accusa al suo successore Giulini sulla gestione attuale della barca rossoblu. A parte Barella che viene dalla gestione precedente non c’e’ un giocatore che possa avere mercato perche’ quasi tutti vengono acquistati in eta’ matura e quindi non piu’ vendibili.
Ma ancora piu’ grave e’ la gestione del settore giovanile che viene fatta con criteri discutibili. “Portare in Sardegna ragazzi di 15-16 anni strappandoli alle proprie famiglie non ha senso. Con Matteoli facemmo un bel lavoro coi ragazzi locali, ora il settore giovanile non esiste piu”. Un diretto in pieno volto al responsabile Mario Beretta, seppur mai nominato nel pezzo, e un riconoscimento al vecchio capitano che nel suo mandato ha fatto esordire oltre 50 sardi sul centinaio che ha debuttato nei 37 tornei di serie A con la maglia rossoblù. Non a caso oggi Matteoli lavora per l’inter. Cellino non ha risparmiato il suo successore pur senza fare nomi e cognomi neanche sull’inchiesta della magistratura per la vicenda Fluorsid, indagata per disastro ambientale “Il Cagliari è e sarà sempre la mia squadra. Non inquinavo abbastanza forse. Povera Sardegna mia”. E c’e’ da credere che questa frase avra’ delle ripercussioni fra gli interessati.
Quello che la pur ottima intervista non dice è il motivo per cui i rapporti tra Cellino e Giulini si sono bruscamente interrotti. Potrebbe c’entrare qualcosa la vicenda del vecchio contenzioso tra Massimo Cellino (in qualità di presidente del Cagliari) e il Comune di Cagliari sullo stadio, contenzioso per cui la società ora presieduta da Tommaso Giulini ha transato con il comune di Cagliari ottenendo una cifra vicina ai due milioni di euro?