L’odissea affettiva di un giudice alla sua ultima sentenza: “Le cose che sono nell’aria”

Presentato al Search, con uno spettacolo che ha visto i contributi di Gianluca Medas e Andrea Frailis, il nuovo romanzo dell’avvocato cagliaritano Giampaolo Manca. Un viaggio alla riscoperta delle origini e della capacità di amare la vita


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di Giulio Neri

Giampaolo Manca è un apprezzato civilista cagliaritano, noto per versatilità e intraprendenza associazionistica no-profit. Il suo secondo romanzo, Le cose che sono nell’aria (Edizioni La Zattera), è un viaggio tra la purezza dei moti d’animo giovanili, i drammi irrisolti e il pragmatismo dell’età adulta, quando a prevalere è la retorica dell’equilibrio e, troppo spesso, della carriera.

Il protagonista è Filippo Roversi, un giudice in procinto di abbandonare la magistratura che, per scrivere la sua ultima sentenza, torna al paese d’origine e si rifugia nella casa dei nonni disabitata da tempo. Questo ambiente in apparenza tranquillo, protetto, conserva in realtà uno straordinario potere rievocativo, e diventa fin da subito teatro di una combattuta autoanalisi degli affetti (e degli addii) di Filippo. Dopo lunghi anni spesi in tribunale, il giudice si trova quindi costretto a istruire un processo parallelo, a sé stesso e alla propria solitudine, e a valutare i rischi di uno sconfinamento vendicativo nella causa che sta affrontando.

C’è, infatti, un’analogia tra l’incidente su cui dovrà deliberare e una storia d’amore indimenticata, che lo ha segnato e indotto a un’esistenza trattenuta e un po’ cinica. Il vaglio dei faldoni che si è portato dietro dalla città, con la scrupolosa lettura degli atti, si alterna agli incontri nel bar della piazza, al lavatoio, al forno del pane, in un continuo recupero di infatuazioni, entusiasmi e conflitti di un’epoca che sembrava finita. Attraverso il vissuto di questa umanità, donne perlopiù, che hanno offerto tanto ma ricevuto pochissimo, Filippo si sblocca: tutti i rapporti fondamentali vengono riconsiderati, a cominciare da quello sempre attuale con l’anziano padre, reduce da una profonda depressione; ma sono implicati anche quelli di lavoro, della giovinezza e, appunto, dei soggiorni estivi in paese.

È proprio in questa rete di sentimenti rinnovati che si nasconde la svolta: un grande segreto e, insieme, l’opportunità di costruire un futuro con piena consapevolezza, senza timori, al di là di qualsiasi fatalismo.