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Secondo un recente studio fatto dall’agenzia per il lavoro Adecco, leader in Italia che risponde alle esigenze dei candidati in cerca di lavoro e alle necessità delle aziende, il 35 per cento dei recruiter, coloro che provvedono a scegliere i candidati prima delle assunzioni, hanno dichiarato di aver escluso dei potenziali candidati per aver pubblicato frasi compromettenti o foto improprie sui rispettivi profili di facebook. In altre parole, sta accadendo che molti colloqui di lavoro stanno andando male per colpa dei social network. I responsabili delle Risorse umane di parecchie aziende italiane, infatti, hanno il compito di andare a “sbirciare” nel profilo facebook della persona che si vorrebbe assumere e se scoprono qualcosa di anomalo il candidato viene scartato. Questa ormai sta diventando una prassi comune. A questo punto, se si ha un profilo tutt’altro che privato, dove ci si pubblicano foto esuberanti o altri post volgari o contorti, allora la possibilità di trovare un lavoro si riduce notevolmente. La propria pagina facebook in pratica diventa quasi una “vetrina” per i recruiter. Pertanto, sarebbe opportuno che gli aspiranti ad un posto di lavoro blindassero il proprio profilo, in modo da abbassare le serrande agli spioni.
Ecco quindi cosa occorre fare. In primis bisogna inserire le opzioni di privacy in modo da rendere visibili i contenuti solo ai propri amici o conoscenti. E’ buona prassi inoltre rendere privato il profilo Instagram (per chi ce l’ha) dove vanno a finire foto che parlano di noi. Fra l’altro, prima di postare qualcosa, occorre pensare a quello che si ha intenzione di pubblicare. E’ vero che i social sono personali e quindi vien quasi spontaneo essere liberi di fare quel che si vuole, ma nella rete web di ogni dato rimane traccia. Di conseguenza, è preferibile essere un po’ più stravaganti nella vita reale piuttosto che nello spazio virtuale.