L’attacco di Gabrielli: “Abitare nei seminterrati? Un atto criminale”

Sono le dure parole del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, nel corso dell’audizione informale presso la commissione Ambiente della Camera in merito alla recente alluvione in Sardegna che ha provocato sedici vittime e un disperso


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“In Italia manca una diffusa cultura di protezione civile e considero criminale consentire l’abitabilita’ di seminterrati in zone a rischio inondazione: queste sono azioni che creano i presupposti per raccattare i morti in giro per l’Italia”. Sono le dure parole del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, nel corso dell’audizione informale presso la commissione Ambiente della Camera in merito alla recente alluvione in Sardegna che ha provocato sedici vittime e un disperso . Una catastrofe che fa trarre conclusioni drammatiche a Gabrielli. che ha sottolineato:

”Non si sta in uno scantinato durante un’alluvione. E se le persone sono morte in locali come questi, è stata colpa delle persone e del sistema”, ha osservato Gabrielli durante i vari argomenti affrontati per fare il punto della situazione a livello regionale. E, in effetti, alcune delle vittime del nubifragio della scorsa settimana si trovavano in scantinati. Avevano provato a salvarsi, a scampare al pericolo della furia dell’acqua, ma sono stati travolti, completamente investiti. Come un’intera famiglia brasiliana, per la quale non c’è stato nulla da fare.

“Troppo spesso ci troviamo a dirci le stesse cose”, ha aggiunto Gabrielli, ricordando come durante la tragedia sarda si siano riproposte questioni che purtroppo troviamo di frequente in giro per il Paese, a causa dello stato in cui si trova il territorio e di come è stato governato e violato”.

Ma non solo, perchP il capo della Protezione civile ha puntato in dito contro il modo in cui, in Italia, si sono sviluppati nuovi centri. “Ho visto aree con arginature che vanno a contenere fiumi e torrenti che poi sono saltate – ha detto – Magari si era pensato di aver recuperato terreno, ma la natura se l’è ripreso, con gli interessi. Per quanto riguarda l’alluvione in Sardegna – ha sottolineato – possiamo solo ribadire che il sistema d’allerta ha funzionato, ma c’è stato semmai un grave deficit di pianificazione, senza la quale non è possibile evitare le tragedie.

Per questo è importante coltivare una diffusa cultura di protezione civile. Serve dunque un patto sociale tra cittadini e istituzioni – ha concluso Gabrielli – altrimenti continueremo a contare i morti. Se un sindaco fa evacuare preventivamente qualche famiglia, se non piove tanto come previsto, non condanniamolo perché ha adottato qualche misura un po’ fastidiosa. Noi, dal canto nostro, siccome ci rendiamo conto che non tutte le Regioni fanno quello che dovrebbero, d’ora in poi renderemo pubblici i nostri avvisi di criticità”.

Solo 134 dei 377 comuni della Sardegna – ha concluso Gabrielli – si sono dotati del piano di emergenza comunale relativo al rischio idrogeologico e idraulico. “Non servono grandi risorse per realizzare questo piano – ha precisato il capo della Protezione Civile – serve invece una grande sensibilità da parte degli amministratori”