C’è un aspetto che colpisce più di tutti nel dopo alluvione a Cagliari: è la grandissima dignità con la quale gli abitanti di Pirri hanno affrontato l’emergenza. Colpisce più dei video disperati mandati al giornale, più delle foto e più delle cronache: ci sono state le proteste, ma ci sono stati anche stupendi esempi di solidarietà. Ad esempio per un giorno persino il carro attrezzi è diventato “buono”: gli autisti hanno lavorato gratis, di sabato sera, per salvare le auto dal disastro. L’Auchan Marconi di Pirri ha invece messo a disposizione 800 parcheggi per creare spazi a chi voleva salvarsi dal nubifragio. E ci sono state tante persone tra i soccorritori che hanno lavorato senza sosta e senza percepire un euro: la Protezione Civile, i ragazzi delle ambulanze, i volontari dei “Sardi Soccorso” e di tutte le altre associazioni che in silenzio, senza reclamizzarsi, prestano il loro servizio per la gente. Così nell’inferno di via Mara hanno salvato la vita a un disabile che quasi non respirava più, mentre l’acqua inondava la sua casa.
Non ci sono state in nessun modo scene di isterismo, perché è soprattutto nelle zone meno fortunate che i cagliaritani sanno soffrire di più. Un po’ come gli abitanti della costa di Capoterra, che convivono con l’incubo ogni volta che il cielo diventa scuro. Ci sono valori che valgono più dei soldi, delle case di lusso, persino dei posti di lavoro: oltre la città dei dispetti e dei veleni, c’è il buon esempio che arriva da Pirri in un sabato di pieno agosto, dove le strade diventano torrenti. Ieri mattina molti negozi erano “aperti”, e si vedevano i titolari che ripulivano i locali allagati. Fuori tra via Risorgimento e piazza Italia soltanto gli scatoloni di cartone, a loro volta quasi liquefatti. Chi poteva, andava ad aiutare chi era in difficoltà. Con tristezza, con dignità. Non è mai la politica a risolvere davvero i problemi, e forse solo quando tocchiamo il fondo capiamo quanto sia importante tendersi la mano.