L’Aias attacca la Regione: “Prestazioni tagliate, daremo battaglia”

I Randazzo non ci stanno: “Prestazioni tagliate e continui soprusi da parte della Regione, adesso ci ribelliamo”


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“Daremo battaglia. Questo è poco ma sicuro, perché dopo l’ultimo ulteriore taglio del 30% delle prestazioni, imposto dalla nuova Delibera approvata di recente dalla Giunta Regionale, ci sembra davvero arrivato il momento di mobilitarci e ribellarci. 

Non ci arrendiamo ad una Delibera che consideriamo un vero sopruso. Un’ ingiustizia ricca di illegalità e incongruenze. Un ginepraio di clausole vessatorie che nulla hanno a che vedere con il buon governo della Sanità e con il risparmio, tanto sbandierati dall’Assessore Arru. 

Questo atteggiamento stride decisamente con il recente passato. Da alcuni articoli di stampa si apprenderebbe che la stessa Regione abbia coperto abbondantemente le perdite e i debiti di un altro erogatore privato come la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe. Mentre noi, che vantiamo enormi crediti, non siamo neppure ascoltati.”

Lo ha detto il Direttore Amministrativo dell’AIAS, Vittorio Randazzo nel corso dell’Assemblea dei Soci, svoltasi questa sera.

“Una delle storture di questa Delibera  è quella che l’ATS o chi per l’Assessorato, pur non pagando puntualmente le nostre fatture, pretende comunque da noi il pagamento puntuale degli stipendi ai dipendenti.”

L’Assemblea, quindi, ha deciso di dare mandato al Presidente ed al Consiglio direttivo di coinvolgere l’ AIAS Nazionale per chiedere di verificare la correttezza di questi comportamenti da parte dell’Assessorato e l’ATS,  da noi giudicati fortemente illegittimi sia in relazione alle clausole previste nei nuovi schemi contrattuali con chiara natura vessatoria e potestativa, sia in quanto ledono il diritto di libera scelta delle cure e dell’assistenza da parte dell’utente. 

Durante la discussione si è analizzata la difficile situazione causata ancora una volta dal mancato pagamento delle prestazioni contabilizzate alle ASSL e ATS e dal difficile recupero di ingenti somme legate ai contenziosi pregressi che ammontano a circa 40 milioni di euro.

All’Assemblea hanno partecipato circa 200 delegati da tutta la Sardegna, in rappresentanza dei 1960 soci della Associazione Italiana Assistenza Spastici di Cagliari. 

Risulta davvero incomprensibile la soddisfazione annunciata da alcuni sindacalisti  all’indomani dell’incontro svoltosi di recente con l’Assessore alla Sanità, Luigi Arru e con il manager dell’ATS, Fulvio Moirano, dove dimostrano o di non capire o, che è molto peggio, di voler fare solo i loro interessi e non quello dei lavoratori e dei pazienti. 

 “ L’AIAS – ha sottolineato la Presidente  – non ha partecipato all’incontro per un semplice motivo. Il tempo delle parole è finito da un pezzo. Ora servono solo i fatti, ma questi, da parte della Regione non arrivano ancora anche se restiamo in attesa di un confronto tra noi e l’Assessore Arru. Con i nuovi tetti di spesa nel settore socio assistenziale riabilitativo e i tagli annunciati del 30 per cento come ci dovremmo comportare?  Con il taglio del 30 per cento dei dipendenti? I vertici della Sanità sarda hanno dichiarato che rimane ben poco da liquidare. Cifre modeste, sostengono addirittura i sindacati.  Dalle nostre verifiche, tra il totale incassato e quello contabilizzato, tra il 2013 e il 2016, mancano all’appello solo 14 milioni di euro. Dove sono finiti questi soldi che servirebbero per pagare gli stipendi arretrati?“.

“ A pensar male spesso ci si azzecca” e non bisogna certo essere dei geni della lampada per capire che la nuova Delibera di Giunta che stabilisce una lunga serie di pesanti paletti  studiati proprio contro l’AIAS non tutelano certo il lavoro e le garanzie contrattuali e stipendiali, come sostengono i sindacati. Sono regole che ci costringeranno inevitabilmente a ridurre fortemente sia le prestazioni ma anche il numero dei dipendenti perché alla forte contrazione delle prestazioni annunciate, seguirà una contrazione del numero dei Centri e dei dipendenti. 

“ Poi per quanto riguarda l’invito – ha precisato la Presidente –  quasi perentorio e intimidatorio, della revoca delle sanzioni disciplinari comminate ad alcuni dipendenti, voglio ribadire che l’AIAS non intende in alcun modo recedere da quanto fatto perché è nel giusto.Da alcune dichiarazioni sembra quasi che il pagamento delle somme dovuteci sia legato in qualche modo al “perdono” verso questi pochi dipendenti.Se un nostro dipendente compie atti che sono contrari o ledono l’immagine stessa dell’Azienda o più gravemente, come avvenuto per alcuni di essi, ai quali è stato contestato di aver maltrattato i nostri pazienti, non si può non applicare i provvedimenti disciplinari del licenziamento o della sospensione dal lavoro, a prescindere che questi siano sindacalisti o meno. Al termine, l’Assemblea ha deciso, vista la gravissima situazione, di mobilitarsi con una più manifestazioni che coinvolgeranno i soci, i pazienti e eventualmente i collaboratori, per reagire contro questo sopruso”.

 


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