Lacrime a Cagliari e Assemini per la morte di Gianni Mostallino, il figlio: “Niente odio o vendetta verso l’autista del bus”

Ha gestito per anni un box di frutta e verdura al mercato di San Benedetto e diretto a lungo l’Assemini Calcio. Il 76enne, in bici, urtato e investito dal pullman guidato da un giovane autista. Il figlio della vittima, Marco: “Se ne va un guerriero, resterà il suo ricordo. Papà usava la bicicletta ogni tanto, il guidatore si è subito fermato per soccorrerlo”


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Ha saputo la tragica notizia mentre si trovava dietro quel bancone del box di frutta e verdura che, prima di lui, aveva gestito per anni il papà. Marco Mostallino ha subito lasciato il mercato e si è diretto a Assemini, arrivando nel luogo della tragedia, l’incrocio tra via Po e via Sarcidano. Uno stop non rispettato o, come è trapelato nelle ore successive al dramma, un abbaglio improvviso del sole: Gianni Mostallino, 76 anni, è finito con la sua bici contro il bus della linea 9 del Ctm. Urto molto violento, è volato sull’asfalto e, poi, è finito sotto la parte anteriore del mezzo, un “long vehicle”. Quando Marco è arrivato c’era l’autista, un giovane, disperato: “Era sotto choc, ha detto di non averlo visto. Niente sentimenti di vendetta contro di lui, poteva capitare a chiunque altro, anche a me”. La dinamica è ancora da chiarire ma, a prescindere, Gianni non tornerà più. Una vita trascorsa a fare l’agricoltore e non fare mancare nulla alla moglie e ai figli. Alessandro è l’ultimo ad avere preso in mano le redini della rivendita di frutta e verdura cagliaritana. “Posso dire che se ne va un guerriero ma che resterà il suo ricordo e, dopo il suo funerale, ritornerò subito a combattere”. Cioè a vivere una quotidianità che è stata stravolta. Il via vai di amici e conoscenti nella casa del 76enne è continua, il suono del campanello e quasi non stop così come i trilli dei messaggi di cordoglio e vicinanza che arrivano sui cellulari dei parenti.

 

 

 

“L’incidente può essere stato un caso, una fatalità. Non c’ero, sapremo tutto con le indagini”. Ma l’odio non alberga nel cuore di un uomo rimasto all’improvviso orfano di padre: “Papà era molto attivo. Cantava, anche in chiesa, era socio della festa di Santa Lucia”. Un’esistenza tutta casa, lavoro e comunità asseminese, insomma. Proprio la stessa che, oggi, piange incredula per la morte tragica di “signor Gianni”, come lo chiamavano tutti.


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