L’assordante silenzio calato sulla vicenda Barracciu sta per essere rotto. Questione di ore, poi qualcosa si saprà: la direzione regionale del Pd è convocata per lunedì pomeriggio e sarà presieduta dall’emissario democratico Stefano Bonaccini, uno dei superfidati di Matteo Renzi, che in qualche modo dovrà venire a capo di questo caos che ha completamente bloccato la campagna elettorale di Pd e compagnia. A poco più di due mesi dal voto, che lunedì sarà fissato al 2 marzo (e anche qui polemiche su polemiche perché a Oristano è il giorno della Sartiglia) la campagna elettorale di Francesca Barracciu da Sorgono, vincitrice delle primarie con 52mila voti e passa il 29 settembre e dal 30 indagata per peculato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi consiliari, non è neppure partita.
Il Pd, a questo punto (che aspetta anche l’ufficializzazione della posizione anti-Barracciu di Sel dal congresso regionale) una decisione deve prenderla: tenerla o silurarla, ma la deve prendere in fretta. Anche perché le acque interne ai democratici sono piuttosto agitate: alcune componenti chiedono un totale rinnovamento dei quadri dirigenti, in soldoni l’esclusione dalle liste di tutti i consiglieri regionali indagati, non solo della Barracciu. Una decisione, questa, sicuramente poco realizzabile visto il gran numero di indagati fra gli attuali consiglieri oltre che fra quelli del passato, ma che darebbe al Pd l’immediata possibilità di recuperare pezzi di coalizione che del veto sugli indagati ha fatto il suo mantra, dai sovranisti a Sel passando per Rossomori e Centro Democratici. Il popolo democratico aspetta il verdetto. Sa.Pa.