La “scusa” della carne, poi sprangate e botte: così la gang di Piscinas ha rapinato il pensionato

Un piano studiato nei minimi dettagli: il 16enne ha cercato di scoprire dove custodiva i soldi Pinuccio Uccheddu e, qualche ora dopo, i due 22enni sono entrati nella sua casa, pestandolo a sangue e riducendolo in gravissime condizioni. La vittima: “Mi sono ripreso, da giovane ho fatto il pugile e ho un fisico forte”


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Un piano studiato nei minimi dettagli, una vicenda purtroppo degna di “Arancia Meccanica”, quella che ha visto protagonisti tre giovani (uno dei quali appena 16enne) e, come vittima, un pensionato di Piscinas. La violentissima aggressione nei confronti di Pinuccio Uccheddu, compiuta da Gian Marco Garau e Mirko Manca con la complicità di un minorenne, non è stata frutto di un’azione improvvisata, anzi. Stando alle indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Carbonia, agli ordini del capitano Lucia Dilio, l’anziano era nel mirino dei tre già, almeno, da qualche ora. La mattina del 26 ottobre 2019, infatti, il sedicenne ha bussato alla porta della sua abitazione per proporgli l’acquisto di carne: uno stratagemma, utile per scoprire dove Uccheddu conservasse i soldi. Quando è andato via l’ha salutato chiamandolo “zio Pino”, proprio come ha fatto, più tardi, uno dei due malviventi. Ognuno di loro, quindi, ha avuto dei ruoli ben precisi: i due maggiorenni sono entrati nella casa da una finestra sul retro, attendendo che l’uomo ritornasse per sorprenderlo e per riempirlo di sprangate e di botte. Il sedicenne, invece, ha fatto da “palo”, pronto ad avvisare i suoi “amici” in caso di problemi. Il terrible piano è stato dettagliato al punto che i tre hanno portato con loro guanti, nastro adesivo e una spranga di ferro. Il malcapitato ha rimediato dodici costole rotte, numerose ferite alla testa, un trauma toracico e i medici sono stati costretti ad asportagli la milza. I giovani sono fuggiti con dei monili in oro (non ancora ritrovati) e degli oggetti preziosi. Niente soldi, invece: “Erano custoditi in un borsellino che la vittima teneva sempre con sè, anche perchè dentro c’erano i gioielli di sua moglie, defunta qualche mese prima”, spiega la vice comandante dei carabinieri di Giba, Roberta Di Pillo.

 

I carabinieri si sono messi sin da subito sulle tracce della gang: la Opel Corsa di proprietà della madre di uno dei due ventiduenni è stata notata da molti vicini di casa del pensionato, “sorpresi” nel vederla aggirarsi da quelle parti, in piena campagna e in un piccolo paesino. Poi, la prova del selfie dentro la camera da letto di Pinuccio Uccheddu, fatto da Garau e Manca. I militari, oggi, sono andati a trovare Pinuccio Uccheddu. Il pensionato si è ripreso e sta decisamente meglio: “Ci ha ringraziato, ricordandoci che in gioventù ha fatto il pugile e che è forte”.