La Sardegna nuragica e i tesori di pietra: la storia dell’Isola che intriga tutto il mondo

La più grande Stonehenge del Mediterraneo: nuraghi, tombe di giganti, pozzi sacri. PUBBLIREDAZIONALE


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Su 206 aree e 81 parchi archeologici censiti in tutta Italia, cinquantaquattro sono dislocati in Sardegna. La bellezza di questa isola è indiscutibile, sono pochi i luoghi nel Mediterraneo che incantano per la bellezza delle coste e conservano testimonianze di storia millenaria. E’ un’eredità preziosa quella dei sardi: un territorio in cui la pietra diventa fortezza, e le leggende si fondono con le tradizioni. Un luogo senza tempo di cui oggi restano tangibili testimonianze: dalle fortezze di pietra alle agorà, dai villaggi nuragici ai dolmen, menhir e tombe dei giganti. Un museo a cielo aperto che si apre al mondo e che racconta molto più di ciò che oggi già conosciamo. La storia antica che più ha intrigato il mondo è la scoperta dei Giganti di Mont’ e Prama.

 

La necropoli dove sono stati rinvenuti i Giganti di pietra si trova ai piedi del colle omonimo, Mont’e Prama, distante circa due chilometri dallo stagno di Cabras, in provincia di Oristano. E’ una scoperta che apre uno squarcio temporale e che riporta alla luce nuragiche iconografie di civiltà antiche. Sono passati quarant’anni da quando alcuni contadini, scoprirono che sotto il terreno dove stavano lavorando, si nascondeva qualcosa di sorprendente. Tutto il mondo dell’archeologia fu scosso. La collina di Mont’ e Prama cullava l’anima di tanti uomini e donne di pietra che duemila e ottocento anni fa, popolavano il Sinis e qui, vi hanno lasciato  impronte tangibili della loro presenza. Sempre a Cabras, sorgono le rovine dell’antica città di Tharros. In tutte le stagioni dell’anno, Tharros è meta di visitatori. In questo luogo millenario, sembra di rivivere la fortezza fenicia, la colonia cartaginese, l’urbs romana, il capoluogo bizantino e la capitale arborense. Tharros è stato tutto questo nei secoli: una città antica virtuosa e un anfiteatro naturale nel quale si sono sviluppati importanti traffici commerciali. Ma in Sardegna, la vera immagine di fortezza è data dai numerosi nuraghi che la rendono unica. Sono più di settemila i guardiani di pietra che ancora oggi, si mostrano al mondo in tutta la loro imponente bellezza. E ce ne sono ancora tanti, che devono essere riportati alla luce. I nuraghi erano il centro della vita sociale di quella civiltà che nacque nell’età del bronzo e si chiuse nell’età del ferro. Giganteschi agglomerati di massi pesantissimi deposti gli uni sugli altri con precisione architettonica e meticolosa maestria. Questa sorta di “grattacieli di pietra” svettavano sui colli o nelle alture, ma anche vicino alla costa, dando un’immagine di Sardegna davvero avanzata rispetto ai tempi.

 

Un esempio su tutti si trova a Barumini, Su Nuraxi. Nella provincia del medio Campidano, in un’area denominata Marmilla, sorge la Reggia Nuragica di Barumini.  Il villaggio, dominato dal maestoso nuraghe centrale, è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco nel 1997. La reggia si presenta come un’enorme fortezza, collocata in modo da dominare le intere pianure circostanti. Un mix tra storia e natura che oggi diventa attrazione per migliaia e migliaia di turisti. Un altro esempio eccellente di architettura nuragica  si trova a ottocento metri d’altitudine, nel bosco del Sarcidano, a circa cinque chilometri da Villanova Tulo. E’ sua maestà nuraghe Adoni che si erge su un bastione calcareo. Per raggiungerlo si può percorrere un cammino di circa sei chilometri, una vera immersione nella Barbagia di Seulo e nei tacchi d’Ogliastra. Una delle aree con la più grande densità di monumenti preistorici invece è la piana di Cabu Abbas, nei pressi di Torralba. Siamo nella Valle dei nuraghi, dove sorge uno dei gioielli più preziosi dell’architettura nuragica: il nuraghe Santu Antine. Grossi massi di basalto costituiscono la mole imponente e severa: la perfezione della costruzione a secco ha resistito nei secoli e oggi possiamo ammirarlo in tutta la sua maestosità. Nel nostro itinerario archeologico, non poteva mancare una menzione al complesso nuragico di Palmavera e alle necropoli di Anghelu Ruju , nel comune di Alghero. All’interno del Parco di Porto Conte si trova il complesso di Palmavera; un tempo furono costruite forse centocinquanta o addirittura  duecento capanne. Spostandoci nel cuore della Sardegna, di grande interesse il villaggio-santuario di Romanzesu, a Bitti, nel nuorese.

 

Nel sito si possono notare un centinaio di capanne, alcune nascoste dalla vegetazione e vari edifici di culto tra cui un tempio a pozzo, dalle cui fenditure sgorga l’acqua sorgiva. Tutto intorno i resti dei gradoni di un anfiteatro dove in antichità, i fedeli si raccoglievano per officiare i riti legati al culto delle acque.

Siamo sempre nell’età del bronzo, quando questi uomini laboriosi, dediti alle divinità, costruiscono i pozzi sacri. In questi pozzi accade qualcosa di magico: in un determinato periodo dell’anno la luna si specchia nel pozzo creando un effetto ottico straordinario. I pozzi lunari erano antichi veri osservatori astronomici.

Nel bel mezzo della strada statale 131, l’arteria che collega il nord con il sud della Sardegna, si trova uno dei monumenti più rappresentativi della civiltà nuragica, di sicuro il più affascinante: il pozzo sacro nuragico di Santa Cristina, nel territorio di Paulilatino. Ma se negli astri i popoli antichi leggevano il loro destino, è nelle tombe di giganti che i sardi di tanti anni fa affidavano la loro vita ultraterrena., il trapasso dalla vita alla morte. Queste costruzioni  sono presenti solamente in Sardegna, non esistono altre rappresentazioni nel resto del mondo. Per questa ragione devono essere considerate monumenti unici di grande valore storico. Di particolare interesse sono quelle di Capichera, Li Lolghi e Coddu Vecchju, nei pressi di Arzachena, quelle di Madau, vicino Fonni, quelle di Tamuli, con i betili mammellati, nei pressi di Macomer. La più antica tomba dei giganti esistente in Sardegna, è la tomba denominata Su Cuaddu ‘e Nixias, nel comune di Lunamatrona (SU).  Tra le mete più affascinanti dal punto di vista storico non possiamo dimenticare la Ziqqurat di Monte d’Accoddi. Un monumento davvero unico nel suo genere, tanto che non possiamo inserirlo in nessuna delle categorie di monumenti tipici dell’archeologia sarda. Massima espressione della civiltà sacra in Sardegna, questo sito si trova a pochi chilometri da Sassari, nella Nurra. Il tempio di Monte D’Accoddi risale a circa cinquemila anni fa ed è uno ziqqurat unico nel suo genere.  Scoperto a metà del secolo scorso, quella sorta di piccolo colle , in realtà era un altare a piramide ricoperto di terra. Queste immagini di Sardegna nuragica hanno fatto il giro del mondo e oggi diventano i più grandi attrattori culturali del Mediterraneo.

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna , Assessorato del Turismo , Artigianato e Commercio.
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