La resa di Gavino Sale ai partiti italiani

Per la prima volta gli indipendentisti di Irs entrano in una coalizione di partiti italiani, ipotesi finora non solo considerata irrealizzabile ma addirittura impensabile. Ma il numero uno di Irs dice che in un momento di emergenza così bisogna pensare ai fatti non agli ideali, ovvero dalla filosofia alle poltrone di governo


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Alla fine, pure Gavino Sale ha capitolato. Uno degli ultimi baluardi del sardismo celodurista peggio del leghismo della prima era Bossi, è crollato e ha deciso che per un po’ si poteva pure smettere di fare quelli tutti d’un pezzo. Gavino Sale, stessa barba stesso piglio di sempre, ha spiegato perché si è arreso a Pd, Sel, Idv e via dicendo, finora additati come la manus longa dei partiti romani pronti a depredare di sogni e dignità l’isola: “Siamo in emergenza – ha detto – Una grande emergenza, e abbiamo il dovere di dare un grande contributo”. Cioè smettere di filosofeggiare e sporcarsi le mani. “L’alleanza non e’ col Pd ma con il presidente Pigliaru, a cui riconosciamo la capacita’ di dare un contributo moderno e culturale per rilanciare la Sardegna allo sfacelo – precisa però Sale, perché in fondo se il Pd è nell’isola una promanazione romana, Pigliaru è pur sempre figlio di questa terra – E’ finita la stagione dell’autonomia, ora comincia quella della sovranita’”, aggiunge dicendosi convinto di avere tutte le armi per riuscire a declinare in sardo il sentire e le scelte della coalizione. Del resto, al polo sovranista di Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda lui si era avvicinato dalla prima ora, con Cumpostu e tutti quelli che credono nella nazione sarda come unica via possibile da percorrere per il riscatto. Poi, il gruppo sovranista – con un potenziale di voti stimato intorno al 15% – ha preferito non disperdere le forze e confluire nel centrosinistra. “La nave e’ partita”, conclude Gavino ben consapevole dei momenti di tempesta che l’aspettano. Un traguardo, intanto, è raggiunto: “Siamo passati dalla filosofia alla responsabilita’ di governo”, chiosa. E ti pare poco.