Una fedelissima di Massimo Zedda a controllare gli atti della Regione guidata da Solinas, ovvero il peggior nemico di Zedda, politicamente parlando. Con un doppio avvitamento politicamente carpiato, la 49enne Elisabetta Neroni, appunto fedelissima di Zedda ma figlia del superdirigente vicino a Solinas Roberto Neroni, ex dg ai Trasporti e al Lavoro, approda all’incarico più importante e più pagato della macchina regionale.
Roberto Neroni, è da tempo in pensione, ma il centrodestra l’ha rimesso in sella prima come commissario straordinario di Area, l’agenzia regionale per l’edilizia convenzionata, e poi l’ha spostato all’Arst, nella spa del trasporto pubblico dove Neroni sta facendo l’amministratore unico.
Nel 2017 la Neroni, laureata in giurisprudenza, fu nominata da Massimo Zedda, alla guida di una giunta di centrosinistra, direttore generale del Comune. Di fatto, un sindaco ombra, visto che il direttore generale lavora gomito a gomito col primo cittadino e si occupa di concretizzare tecnicamente gli obiettivi e gli indirizzi che arrivano dalla giunta, stipendio 120mila euro all’anno, meno della metà di quanto percepirà con la nomina di oggi.
L’ultimo no al ruolo di segretario generale in ordine di tempo è stato quello di Marcella Marchioni, direttore generale del Bilancio, trasversalmente bipartisan e ipotizzata come nuovo segretario generale della Regione. La Marchioni ha declinato, a quanto pare la proposta non le è arrivata neppure direttamente da Solinas ma da un suo emissario, gesto non gradito dalla dg. Doveva poi essere la fedelissima del governatore Maria Assunta Serra, direttamente da Sardegna Ricerche dove è stata nominata proprio dal governatore, ma anche questa ipotesi non è andata a buon fine.
La scelta è ricaduta invece su Elisabetta Neroni, da sempre, e anche lei trasversalmente, in ruoli dirigenziali in Regione.
Nonostante sia un ruolo super pagato, il decreto di istituzione fece scalpore per l’incredibile compenso di 280mila euro all’anno, il ruolo di segretario generale è stato fra i più travagliati di questa legislatura, fra pensionamenti, defezioni, ripensamenti e rifiuti. Dopo il magistrato del Tar Francesco Scano, in pensione dopo solo un anno e dunque incompatibile, Solinas propose il renziano Giuseppe Luigi Cucca, che prima accettò con entusiasmo e poi tornò sui suoi passi travolto dalle polemiche. Fu poi la volta di Gabriella Massidda, a sua volta andata in pensione e non più prorogabile neanche gratuitamente. Infine, la nomina di oggi per gli ultimi 6 mesi di legislatura.