La rabbia di Gavino, disabile sardo: “L’Inps mi ha tolto l’accompagnamento dopo 5 anni e mezzo”

Gavino De Candia, 68 anni, nel 2014 perde la gamba sinistra a causa di un grave aneurisma: “Sino a oggi ho sempre ricevuto 516 euro al mese, da gennaio hanno deciso che devo vivere solo con la mia pensione di artigiano. Non sono mica guarito, vivo tra i dolori: mi sono rivolto a un avvocato, voglio giustizia”


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Una disabilità “eterna” e una pensione di accompagnamento che scompare all’improvviso, o quasi. Gavino De Candia, olbiese di sessantotto anni, per decenni ha diretto un negozio specializzato nella riparazione di elettrodomestici. Una vita tranquilla, una moglie e due figlie: un quadretto “normale” che viene stravolto, cinque anni e mezzo fa. “Ho avuto un aneurisma alla gamba sinistra, è partito dal ginocchio ed è iniziato a scendere. Sono stato ricoverato alla Clinica universitaria di Sassari, nel reparto di Chirurgia vascolare e i medici, alla fine, sono stati costretti ad amputarmi la gamba”. L’esistenza che cambia all’improvviso, ai sorrisi si sostituiscono le smorfie dei dolori: “Ho avuto un aneurisma anche alla gamba destra, lì però mi hanno inserito delle arterie artificiali”, spiega l’uomo. Addio al lavoro, De Candia inizia un “tour” fatto di visite mediche e prove di varie protesi: “Alla fine ne ho trovato una adatta, ma la uso pochissimo perchè dopo pochi minuti ho sempre dolori atroci. La gamba destra, poi, non posso piegarla nemmeno a novanta gradi”. Gavino De Candia non si dispera e cerca, per quanto possibile, di vivere senza farsi condizionare dalla disabilità: “Riesco a guidare l’auto per brevi tragitti, ovviamente con il cambio automatico”. L’accompagnamento di 516 euro al mese arriva quasi in contemporanea con la pensione di invalidità “di circa novecento euro netti”. Poi, però, “il dodici novembre 2019”, la sorpresa.

 

“Sono stato visitato dalla commissione del centro medico legale dell’Inps di Olbia. Mi hanno abbassato all’improvviso la percentuale di invalidità. Non più il cento per cento”, bensì “una percentuale compresa tra il sessantasette e il novantanove per cento”. Una decisione che significa, principalmente, “dover dire addio ai 516 euro mensili. Da gennaio potrò avere solo la mia pensione di vecchiaia, circa novecento euro, legata ai tanti anni nei quali ho lavorato come artigiano”. Stop, nient’altro: “È una vergogna, non sono mica guarito o migliorato, anzi. Negli ultimi mesi i dolori alle gambe sono sempre più forti, l’ho anche detto ai medici che mi hanno visitato un mese fa”. La loro risposta? “Se ho qualcosa da obiettare posso andare per vie legali. Ed è proprio ciò che voglio fare, mi sono rivolto ad un avvocato perchè chiedo giustizia. Sono un disabile, l’accompagnamento è un mio diritto”.