La rabbia di Erica: “Tornata in Sardegna dopo aver vissuto in Spagna, niente test per il Coronavirus”

Erica Lombardi, 30enne di Capoterra, è atterrata a Elmas: “Ho provato in tutti i modi a richiedere il test, sono una ragazza responsabile. Nessuna risposta da Regione e laboratori privati: non hanno nemmeno controllato la mia autocertificazione, assurdo”


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Ha cercato in tutti i modi, anche col supporto dei genitori, residenti a Capoterra, di poter eseguire il test o il tampone per il Coronavirus. Erica Lombardi, 30enne sarda e residente in Spagna, dov’è impegnata a svolgere un dottorato, in Catalogna, alla fine si è dovuta “arrendere” e fare il viaggio in aereo da Siviglia a Elmas, con Ryanair, senza la certezza di essere negativa al Covid-19. La trentenne vive in uno dei quattro paesi che sono finiti nella lista speciale della Regione, che ha imposto i testi obbligatori. La giovane è insieme alla sua famiglia a casa, a Capoterra: “Ho chiamato l’Ats qualche ora fa, sono stati molto professionali e, nel pomeriggio, andrò al Santissima Trinità per fare il tampone”. Ma il problema, stando al suo racconto, è legato all’impossibilità di poterlo prenotare, o addirittura fare, prima di fare i bagagli da Siviglia e tornare nell’Isola.

 

“Regione, Protezione Civile, medico di famiglia e laboratori privati. La Regione l’hanno contattata i miei genitori, al numero verde attivato per l’emergenza Covid. Non hanno saputo darci indicazioni. Sono arrivata a Elmas e nessuno ha controllato nemmeno la mia autocertificazione, cioè il classico form che ogni persona che rientra nell’Isola deve compilare. Mi sarei voluta tutelare prima di tornare nell’Isola, ma è stato impossibile. A breve saprò se sono positiva o negativa al Covid-19”, spiega ancora la giovane, “ma avrei voluto già saperlo per un senso di etica e di responsabilità”.


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