Il mondo della scuola scende in piazza anche a Cagliari: una cinquantina di professori protestano contro “il nuovo contratto nazionale, dopo dieci anni chi non ha ancora un contratto si trova tra 35 e 60 lordi in più. Una mancetta infame e miserabile”, questo il refrain delle decine di docenti durante il corteo tra il Largo Carlo Felice e la via Manno. E l’elenco delle criticità è lungo: dai poteri “illimitati” dati ai dirigenti scolastici alla mancata assunzione dei tanti precari in possesso dei titoli per entrare in ruolo.
“Ottanta euro lordi, così prevede il nuovo contratto, rappresenta una scelta infame e miserabile. Chi ha i titoli continua a essere tenuto ai margini, i precari non stanno diminuendo”, afferma il segretario regionale dei Cobas, Nicola Giua, “progetti come le prove Invalsi e quelle parallele devono scomparire, rendono il mondo della scuola sempre più demenziale. Servono più finanziamenti per gli insegnati e meno alunni per classe, soprattutto in Sardegna, dove il dimensionamento continua a produrre danni. La cosiddetta ‘buona scuola’ costringe molti docenti a dover insegnare fuori dall’Isola”.