La Puggioni a tutto campo: “L’Arena non e’ un flop, S.Elia sara’ un gioiello”

 Intervista all’Assessore alla Cultura


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L’assessore Enrica Puggioni si difende, a tutto campo. Dal caso dell’Arena Sant’Elia alla scuola civica di musica, spiega come il centrosinistra adesso abbia un sogno: portare la cultura e gli spettacoli in tutti i quartieri. Con una promessa su tutte: Sant’Elia diventerà il gioiello della città.

Assessore, diciamolo chiaro: l’Arena Sant’Elia quest’anno è stata un flop. L’opposizione dice che è costata troppo, per pochi concerti. Cosa risponde?

L’importo di 600mila euro cui si fa riferimento, è relativo all’anno scorso e riguarda i lavori di sistemazione dell’area che è inserita nel più vasto master plan di riqualificazione previsto nell’ambito del Piano Città. A margine noto come il fatto di avere un ulteriore progetto già cantierabile abbia  costituito un vantaggio nella partecipazione al bando ministeriale. La riqualificazione infrastrutturale e urbanistica dell’area ha come obiettivo quello di rendere l’intero quartiere uno dei centri di una città che, come Amministrazione di sinistra, non immaginiamo spezzata in due, tra centro e margini abbandonati, quanto piuttosto una
città dove ogni zona diventi “centro” di attrazione e irradiazione anche dal punto di vista culturale. Ne è una dimostrazione il progetto della prima residenza d’artista che ha avuto, tra gli altri meriti quello di rendere il Lazzaretto un luogo sempre più ambito come spazio per realizzare eventi culturali di pregio. Lascio a voi la ricerca dei numerosi eventi, dal jazz al teatro, che si sono svolti e si svolgeranno tra giugno e novembre proprio al Lazzaretto. Senza dimenticare il successo del nostro presidio bibliotecario per bambini.

Parliamo però dei costi dell’Arena Sant’Elia: non sarà che alla fine si è speso di più di quanto succedeva col centrodestra?

Quest’anno l’allestimento dell’arena è costato 150mila euro,  esattamente quanto costava IN MEDIA l’allestimento all’anfiteatro. Dico “in media” perché un anno si è arrivati anche a una spesa di 250mila euro per la risistemazione delle pavimentazioni e per rendere l’area fruibile. In più, spesso il Comune a proprie spese allestiva anche la Fiera con una duplicazione evidente delle finanze pubbliche. Inoltre, mentre quest’anno i canoni di concessione dell’Arena vanno direttamente nelle casse del Comune in passato nella gestione dell’Anfiteatro venivano introitati dal gestore del sito. In media gli operatori terzi pagavano tra i 5000 e i 6000 euro per poter “entrare” all’Anfiteatro.

Ma perché questa scelta di un’Arena dei concerti  smontabile e precaria in quel punto?

Vista l’indisponibilità dell’Anfiteatro, chiuso a seguito di segnalazioni della Soprintendenza e dei lavori pubblici sia per ragioni di doverosa tutela del bene sia per motivi di sicurezza, si è posto con urgenza il problema di trovare in tempi rapidi un’area dove poter ospitare i concerti estivi. In pochi mesi abbiamo dato uno spazio alla città, puntando su un quartiere che, questa è la nostra sfida, diventerà uno dei
“gioielli” di Cagliari.

Però molti concerti sono stati un fiasco, gli artisti stanno scappando dall’Arena Sant’Elia, l’ultimo è stato Marco Travaglio. Che succede allora, assessore?

L’anno scorso l’arena ha ospitato 8 concerti, quest’anno 11. Gli spettacoli che si sono tenuti all’Arena hanno registrato un buon successo indipendentemente dal genere musicale. E’ andato bene Brignano (Spettacolo
teatrale), sono andati bene i Litfiba (rock) i Buena Vista social Club (musica cubana) Paul Kalkbrenner (elettronica) i PFM (musica d’autore). Buon successo anche per il rap e anche per uno dei maggiori protagonisti del pop (Mengoni). Quindi se alcuni concerti “vendono” e altri no, indipendentemente dal genere, il successo o il flop non possono essere attribuiti al luogo. Invece alcune cancellazioni dell’ultima ora sono forse da imputare a una crisi evidente che, secondo il report nazionale di Federculture, ha causato una diminuzione generale del 25% nelle vendite dei biglietti, portando addirittura alla soppressione dell’annuale  appuntamento con l’Heineken Jammin Festival. Per dovere di cronaca, ricordo che che Gino Paoli fu cancellato qualche anno fa anche all’anfiteatro  e che Nina Zilli non riempie mai arene così grandi.

Ma i rapporti tra gli organizzatori dei concerti in città e il Comune sembrano incrinati: come mai?

In campagna elettorale si era promesso che non avremmo fatto i direttori artistici degli spazi e così è avvenuto. La scelta degli artisti nonché quella di concentrare gli spettacoli tutti ad agosto sono state fatte in piena libertà e autonomia dagli operatori del settore.

Altre critiche sono arrivate per la gestione della scuola civica di musica, travolta dal caso Parentopoli. Si dice che il sindaco non fosse contento della gestione e per questo abbia azzerato il cda. Quale sarà il futuro della scuola?

Posso confermare che la scuola Civica di musica, solo a seguito dell’ultima deliberazione consiliare del Luglio 2013 che diventerà esecutiva con l’approvazione dei bilanci 2009 2010 2011 e 2012, diventerà un servizio incardinato all’interno dell’Assessorato Pubblica Istruzione. Fino a ora c’era un CDA che per sua natura è un organo indipendente.  Quindi, sarà mia diretta responsabilità appena la Scuola verrà internalizzata.

 

[autore, Jacopo Norfo]

[occhiello, Intervista all’Assessore alla Cultura]

 


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