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Quartu, i preparativi per le prime comunioni indignano i genitori.
Ecco lo sfogo di una nostra lettrice che lamenta i costi troppo elevati imposti nella basilica di Sant’Elena: “Vorrei esporre quella che secondo me è una vergogna, uno schiaffo a chi vorrebbe credere nei valori della Chiesa. Il 17 aprile prossimo nella basilica di Sant’Elena saranno celebrate le Comunioni. Un evento che dovrebbe essere, e dico, dovrebbe essere, un simbolo religioso garantito a tutti i bambini che hanno abbracciato la religione cattolica. Ma quando una chiesa impone una veste uguale per tutti (con tessuti e rifiniture scadenti) in acquisto ad un costo di 40 euro, o a noleggio per 15 euro, più il costo della tintoria e una quota di 25 euro a bambino per l’acquisto dei fiori per il giorno delle cerimonia, la domanda sorge spontanea: alla prima Comunione hanno diritto tutti i bambini che vi credono o solo quelli che in termini economici se lo possono permettere?”
“In un momento di crisi come questo – conclude – dove molti genitori hanno perso il lavoro o ne hanno uno che permette solo di sopravvivere dignitosamente, è questo un esempio di carità cristiana? Di Chiesa che accoglie i bisognosi?”