La lettera a sorpresa di Igor Sollai al fratello di Francesca Deidda: “Incontriamoci, sono innocente”

Il 43enne, unico accusato della morte della donna di San Sperate, ha spedito una missiva a Andrea Deidda. Uno scritto col quale, stando a quanto trapela, Sollai punta, ancora una volta, a urlare tutta la sua innocenza. Intanto, le indagini vanno avanti: molto presto saranno ricontrollate l’auto e il furgone


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“Non ho ucciso Francesca”. Si può riassumere così la lettera spedita dal carcere di Uta da Igor Sollai al cognato Paolo, che dal 4 luglio scorso la ha certezza di dover piangere la morte della sorella, Francesca Deidda. Una missiva che, stando a quanto trapela, Sollai non ha fatto leggere a nessuno e della quale tutti sono venuti a conoscenza solo quando è stata recapitata ufficialmente a Andrea Deidda. Tra le righe della lettera il messaggio principale continua a essere quello che il 43enne urla sin da prima di finire in carcere: “Non so nulla di Francesca, non l’ho uccisa io”. E, successivamente, una richiesta, quella di incontrarsi quando la vicenda sarà finita. Della missiva sono a conoscenza i legali di Sollai. Vicenda che, però, potrebbe benissimo finire con la condanna per omicidio e occultamento di cadavere proprio di Sollai. Per gli investigatori, le prove contro di lui sono sufficienti da chiederne la custodia cautelare dietro le sbarre sino a quando non saranno finite tutte le indagini e, salvo colpi di scena, si dovrà andare a processo.
Intanto, però le indagini vanno avanti: i Ris hanno terminato nel giro di due ore l’ennesima ispezione nella casa della coppia, a San Sperate, anche utilizzando il luminol. Chiara la volontà di trovare ulteriori tracce eventualmente utili. Domani sarà turno di furgone e auto Volvo che Sollai ha venduto dopo la sparizione della moglie, giovedì spazio alle verifiche tech su computer, cellulare e altri dispositivi elettronici, quasi tutti di Igor Sollai.


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