La grande amarezza per le palme perdute, simbolo di una città svanita

Il punteruolo rosso a Cagliari le ha ormai decimate 


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Il dispiacere che tutti noi proviamo per la strage delle palme, dovuta al punteruolo rosso, è grande. Aver visto di persona la goduria con cui il punteruolo corrode e mangia l’interno di una pianta, avvolgendola con un mucco informe è, a dir poco, schifoso. Se si è intervenuti in ritardo o se ci sono difficoltà di bilancio non sta a noi dirlo. E non attenua l’amarezza il fatto che probabilmente non si poteva fare nulla per salvarle. Dispiace, come dicevamo, perchè la loro morte modifica il paesaggio del lungomare del Poetto, l’aspetto delle strade della città e dell’hinterland. E, come se non bastasse, si aggiungono le norme per lo smaltimento e la distruzione dell’arbusto, che sono rigide e complesse. Nella foto, si vede quello che resta delle palme ormai spezzate a metà e diventate pericolose per la sicurezza e l’incolumità dei passanti, presenti in piazza Marghinotti, nel quartiere di Villanova, da cui s’intravede la rocca di Castello. Se cade, la palma può uccidere, e speriamo che questo non accada, perchè sarebbe un ulteriore brutto ricordo di un panorama modificato. Qualunque sia la responsabilità dovuta al punteruolo. Almeno credo. Gianfranco Carboni


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