Passato da Lussu a Salvini, dai 4 mori a Pontida e ritorno, il Partito sardo d’azione in Sardegna non esiste più. Distrutto dalla gestione Solinas-Moro, annientato da faide interne e guerre intestine, polverizzato da una gestione del potere che in alcun modo riguarda i sardi e il loro benessere, il Psd’az alle elezioni comunali registra un nuovo, clamoroso tonfo: a Cagliari si ferma al 2,3%, a Sassari – la città dove il Psd’az viene gestito dal presidente del partito Antonio Moro, ex assessore regionale dei Trasporti di Christian Solinas – il dato è ancora più eclatante, appena l’1,5%. In nessuno dei due consigli comunali ci sarà un consigliere comunale del Partito sardo d’azione, così come è scomparso dal consiglio regionale, dove il gruppo dei sardisti non esiste più. Per dare un solo termine di paragone, cinque anni fa il Psd’az incassò al comune di Cagliari il 9,6% e 4 consiglieri eletti.
In generale, per il centrodestra non è un momento felice nei comuni della Sardegna. A Cagliari, dove Alessandra Zedda ha inutilmente tentato di far dimenticare la gestione Truzzu, Fratelli d’Italia ha preso il 10,2%, Forza Italia il 5,1%, la Lega, insieme con il Pli, non va oltre il 4,7%. A Sassari, dopo cinque anni di amministrazione Campus (liste civiche di riferimento centrodestra e M5s), il rettore dell’Università Gavino Mariotti, vicinissimo a Solinas e Moro, si ferma al 16,1%, dietro anche a Nicola Lucchi (liste civiche). FdI non va oltre il 6%, poco più del 2% per Forza Italia.