“La donna indifesa si mette in difesa”, un successo a Cagliari lo stage di Krav Maga

L’obiettivo dello stage di questa mattina era quello di puntare su due aspetti dell’autodifesa: quello fisico, con i primi rudimenti di krav maga, arte marziale di origine ebraica e quello mentale


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Imparare ad allenare mente e corpo per poter reagire nel modo giusto a eventuali aggressioni, facendo di tutto per prevenire ogni tipo di contrasto ma, in caso di necessità, essendo pronte a difendersi con le mosse di krav maga. È lo scopo del primo stage di autodifesa “Una donna indifesa si mette in difesa”, organizzato da Fit-Cisl Sardegna, che si è tenuto questa mattina nei locali di via Ancona 11. Un incontro molto partecipato, a testimonianza dell’importanza rivestita dal tema per le lavoratrici del settore trasporti nelle attività lavorative di ogni giorno.

Lo stage è stato curato da Claudia Camedda, responsabile del coordinamento donne di Fit-Cisl, insieme alla segreteria regionale. “Abbiamo organizzato questa iniziativa – spiega Camedda – a seguito delle crescenti aggressioni nei confronti del personale dei trasporti, specialmente di sesso femminile. Ci è sembrato opportuno creare uno spazio di crescita e approfondimento sulle aggressioni, sia dal punto di vista psicologico, sia da quello fisico. Speriamo di trarre giovamento da questo piccolo corso, per riuscire a gestire con maggiore consapevolezza eventi negativi come le aggressioni”.

L’obiettivo dello stage, durato quattro ore, era quello di puntare su due aspetti dell’autodifesa: quello fisico, con i primi rudimenti di krav maga, arte marziale di origine ebraica e quello mentale, grazie ad alcuni principi di psicologia del lavoro. “Il krav maga occupa un posto particolare in questo spazio – racconta Massimo Fenu, direttore nazionale e istruttore certificato KMG-Krav maga global – perché, malgrado sia una disciplina di derivazione militare, ciò che interessa specie agli operatori di questo settore è la metodologia utilizzata nel preparare la mente e il corpo a un confronto, che può anche essere di tipo fisico. Più che imparare una serie di mosse, è importante allenare la mente ad avere una buona risposta in situazioni di alto rischio. La speranza è di non dover mai ricorrere alla soluzione “violenta”, perché una buona preparazione fisica e mentale consente di prevenire il nascere di problemi”.

Per poter reagire correttamente a un’aggressione è necessaria dunque un’adeguata preparazione fisica e mentale, conferma Gianfranco Ciccotto, psicologo del lavoro: “Come psicologi del lavoro dobbiamo interessarci del benessere della persona sul posto di lavoro. Un elemento importante è cercare di capire come reagire a un’aggressione. Ci sono elementi sicuramente fisici, ma pure emotivi e psichici: noi indaghiamo su questi, così da poterci poi difendere adeguatamente”.

Soddisfatto del successo avuto dall’iniziativa il segretario confederale Fit-Cisl Sardegna, Valerio Zoccheddu: “Abbiamo fortemente voluto questa iniziativa come segreteria regionale, perché crediamo sia il caso di dare un segnale preciso, come organizzazione sindacale, soprattutto sulla situazione del lavoro femminile nei trasporti, con tutti i rischi che si corrono nel fare questo mestiere, dove spesso si ha a che fare con personaggi che hanno tutto fuorché il rispetto degli operatori”.