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Una raffica di voli cancellati così non si era mai vista. Settantamila sabato, in tutto il mondo, quando è iniziato il periodo caldo delle vacanze che prometteva numeri mirabolanti. Invece, l’estate della riscossa post Covid, nel pieno di un’ondata mai così violenta e senza nessun tipo di restrizioni, rischia di essere rovinata perché il personale degli equipaggi si ammala, resta a casa e gli aerei non possono partire. Sta succedendo anche in Sardegna, dove naturalmente la cosa è ben più grave non essendoci alternative dignitose alla prigionia dell’isola.
Del resto, basta prendere un qualunque aereo per capire: gente ammassata con zero protezioni, chissà quanti positivi in giro, nessun controllo, nessuna misura, niente di niente. Inevitabile, per i poveri equipaggi, essere travolti dalla variante più rapida di sempre.
Il governo per il momento sta a guardare, con un sempre più provato ministro Speranza che ripete come un mantra che siamo ancora dentro la pandemia e il suo sottosegretario che prova a guadagnare terreno e consensi, e non solo assicura che non ci sono misure restrittive sul tavolo del governo ma che ormai bisogna liberare anche i positivi senza costringerli alla quarantena.
L’altro sottosegretario, Sileri, dice che sulla quarta dose di vaccino si sarebbe dovuto fare di più, rimandando però il discorso all’autunno.
La linea è chiara: si salvi chi può. E allacciate le cinture.