La bella storia di Monastir: quei 155 lavoratori che salvano il posto

Grazie a una delicatissima trattativa, articolo 18 confermato nonostante le nuove regole di Renzi per sopprimerlo: leggete come 155 lavoratori Conad salvano il posto a Monastir


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

L’articolo 18? Confermato, a dispetto del jobs act. Così come le tutele nei cambi d’appalto. Succede a Monastir, dove i 155 lavoratori impiegati da anni nel magazzino di smistamento merci per la Conad, mantengono il posto di lavoro con il contratto a tempo indeterminato preesistente al jobs act. E’ il risultato della trattativa portata avanti da Filcams Cgil e Uiltucs Uil con Conad e Logicon, la società di proprietà della famiglia Nieddu, che si è aggiudicata l’affidamento del lavoro al deposito merci di Monastir.

 

Le imprese serie – ha detto la segretaria regionale Filcams Simona Fanzecco – non hanno bisogno di comprimere i diritti, perciò firmano accordi e contratti che vanno oltre il jobs act”. Da qui nasce l’intesa raggiunta, che dovrebbe rappresentare un esempio per altre aziende: “Finalmente,nell’affidamento di un servizio e nella scelta dei partner commerciali, il committente privilegia un’azienda locale, la qualità e il rispetto del lavoro, l’etica e la solidità economica”.  

 

L’accordo siglato pochi giorni fa è un ottimo risultato che, oltre a confermare ulteriormente le politiche di investimenti e di espansione, sia della Conad che della società Nieddu, rappresenta per il sindacato un punto di forza nella battaglia per riportare all’attenzione del dibattito politico la centralità del lavoro e dei diritti: “Sono le ragioni per cui siamo impegnati a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale, nella raccolta delle firme per la proposta di legge popolare sulla Carta dei diritti universali e per i tre referendum su voucher, responsabilità solidale, licenziamenti”.

 

La Filcams Cgil ricorda che quotidianamente si scontra purtroppo con realtà lontane da quelle che hanno visto chiudere l’accordo per il deposito di Monastir: “Si tratta di situazioni che vanno a scapito dei lavoratori ma anche delle stesse imprese” – conclude Simona Fanzecco aggiungendo che “qualità, tutele e sicurezza nel lavoro sono i veri motori della competitività,  perciò se un’impresa è seria non lesina contratti e diritti”.


In questo articolo: