Da Milano Malpensa a Elmas per tornare nella sua Cagliari, città nella quale è nata diciannove anni fa. Jessica Chen, però, non ha viaggiato avvolta dalla serenità, bensì da tanti sguardi discriminatori. È figlia di una coppia di cinesi, la Chen, e i suoi lineamenti non sono passati inosservati nell’aeroporto lombardo: “Tanti mi hanno osservata, ma perché? Siamo ben lontani dalla Cina, e i miei genitori son nati in una regione ben lontana da Wuhan. Ho indossato la mascherina”, spiega, “e l’ho anche ripiegata seguendo le istruzioni, dall’interno verso l’esterno. Studio all’università, a Milano, e lì mi hanno sempre trattato bene. Ok la cautela ma basta con l’ansia” per il Coronavirus, “basta seguire le istruzioni ufficiali come quelle dell’Oms”, ricorda la giovane studentessa. Che, poi, racconta anche di aver vissuto un episodio ai limiti della discriminazione.
“A Cagliari, qualche giorno fa, ho ordinato una pizza a domicilio. Il ragazzo che me l’ha portata, appena mi ha visto, si è messo a tremare, anche quando gli ho dato il resto. Questa è discriminazione, ma son cresciuta qui e conosco i sardi, quindi ho preferito lasciar perdere”.