Janasmemory, l’archivio digitale dei defunti è pronto a crescere

L’idea innovativa del cagliaritano, Nicola Atzori


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Janasmemory, un archivio digitale per i luoghi di sepoltura. Online dal 2012, il progetto conta migliaia di adesioni e una grande prospettiva di crescita. Janas, come fate nella tradizione sarda, ma soprattutto come le domus dell’età prenuragica, strutture sepolcrali diffuse a migliaia lungo tutta la Sardegna, e Memory, termine preso in prestito dagli Stati anglofoni, rappresentativo della capacità della nostra mente di conservare le informazioni.

A quattro anni dalla nascita, il progetto Janasmemory è pronto per fare un passo avanti. Ed è proprio il suo fondatore, Nicola Atzori, a promuoverne la diffusione su larga scala. “Il nostro invito è rivolto alle amministrazioni pubbliche – dice il tecnico sistemista quartese – a cui proponiamo una collaborazione di grande impatto culturale”. Il coinvolgimento degli enti comunali e regionali, secondo le stime, porterebbe una quantità non trascurabile di posti di lavoro, tra pubblica amministrazione e strutture interessate, come i cimiteri e le agenzie funebri. La chiave, a detta dei vertici di Janasmemory, è l’apertura alle soluzioni innovative, ormai diffuse in tutto il mondo: una vera e propria passerella verso il futuro. Quando ci si interroga sulle possibili applicazioni dell’iniziativa, naturalmente, le risposte non mancano. Percorsi culturali per i turisti in vacanza, servizi privati di alto livello, necrologi a costo zero e addirittura sviluppi pratici, come la consegna dei fiori su richiesta. “Tutto ciò che manca è il supporto da parte degli organi competenti” ha proseguito Atzori, “necessario per il lancio definitivo di un’idea in costante maturazione”. Che il potenziale di Janasmemory sia enorme è di fatto innegabile. In origine applicazione smartphone per la ricerca dei defunti nei cimiteri, oggi museo interattivo d’avanguardia: una progressione sorprendente per una creazione ancora sottovalutata. “Non siamo più agli inizi, abbiamo le idee chiare su quello che potrebbe essere il futuro del nostro lavoro” ha specificato il sistemista, “tuttavia siamo disposti a discutere con i Comuni, le Province e le Regioni per trovare un punto d’incontro e trasmettere la forza con cui noi stessi crediamo nei nostri propositi”. Intanto una prima iniziativa parallela è già in fase di studio, con una ricostruzione storica dettagliata dei primi cittadini di Quartu Sant’Elena dall’Ottocento ai giorni nostri. “Il ricordo è un modo d’incontrarsi”, così Atzori richiama il motto di Janasmemory, che si propone come un progetto storico di prim’ordine, completamente estraneo all’irrispettosa identità di social network con cui in tanti lo hanno additato.

Il servizio è già attivo presso il cimitero di Quartu Sant’Elena, in Via Marconi: su alcune lapidi è possibile infatti scorgere un “codice QR”, ovvero un codice a barre bidimensionale composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Gli interessati possono facilmente rilevare il codice tramite il proprio smartphone, per raggiungere istantaneamente la pagina web riservata e la biografia del defunto, accompagnata da eventuali immagini, video e albero genealogico.

INFO: www.janasmemory.com


In questo articolo: