Ivano Argiolas si candida con Massidda: “Per una politica onesta”

Ivano Argiolas scende in campo per le imminenti elezioni comunali: Sogno una Cagliari Capitale del volontariato, continuando ad occuparmi degli altri, di chi ha sempre bisogno”


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Esistono quelle persone che non stanno mai schierati attivamente in politica, ne a destra, ne a sinistra, nemmeno al centro (se esistono ancora queste singole suddivisioni), ma scelgono di essere “amici” con tutti, stando fuori dagli schemi di partiti e movimenti, scelgono di dialogare con tutte le forze politiche. Che è diverso, senza ne tessere di partito o cos’altro. Vuoi per carattere, vuoi per una scelta ponderata e per non avere con chicchessia alcun tipo di antipatie e dissapori. Ivano Argiolas, ha scelto di fare una scelta di campo, ha scelto una lista civica: allora perché ha scelto di impegnarsi in politica? :«In realtà la politica la faccio da sempre dice – attraverso l’impegno nei confronti degli altri. Ad un certo punto della mia vita mi serviva uno strumento adatto a promuovere e difendere gli interessi delle persone con talassemia (anche Ivano ha la talassemia n.d.r.) e per questo ho fondato Thalassa Azione Onlus, che nel tempo è cresciuta ed oggi impegna decine di persone e conta centinai di associati nell’isola. Ma con l’associazione sono diventato ancora più riconoscibile e le persone – anche non talassemiche – si rivolgono a me per un sostegno o per un aiuto». 

Che tipo di aiuto? «Io ho conosciuto o conosco ancora i disagi delle persone più deboli, perché li vivo in prima persona. Soffro di una malattia cronica (la talassemia) da quanto sono nato e so cosa vuol dire la sofferenza. Ma so anche cosa vuol dire avere a che fare con la burocrazia per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. Il sociale è il mio settore. Ho conosciuto anche la povertà, le restrizioni – afferma Ivano Argiolas – ma posso assicurare che queste, insieme alla malattia, non mi hanno mai abbattuto ed anzi, mi hanno fortificato. Oltre all’associazione ho fondato una società cooperativa con la quale cerchiamo di aiutare i disabili ad inserirsi nel mondo del lavoro. Per esempio oggi la talassemia per molti è una malattia che consente una vita normale, e molti lavorano. Ma ci sono anche moltissimi di noi che non lavorano e vivono della pensione inps di 270 euro al mese. Ecco, la vera rivoluzione sarebbe che chi soffre di una disabilità possa avere un impiego per sentirsi parte integrante della società, e che gli offra uno stipendio per farlo vivere in modo dignitoso». 

Cos’è la politica per lei? «La politica oggi è, nell’immaginario collettivo, considerata coma una cosa sporca, di cui in tanti si servono per i propri interessi. Ma la politica, quella vera, è l’esatto contrario. In tanti sono rimasti sorpresi dalla mia candidatura alle elezioni comunali di Cagliari, perché hanno l’idea che io sia una persona pulita, onesta. Alcuni mi hanno anche messo in guardia perché secondo loro la mia immagine e la mia persona potrebbero risentirne. In realtà, se dovessi essere eletto, potrei avere maggiori strumenti, oltre che un ruolo istituzionale, per fare meglio quello che già faccio. Ovvero occuparmi degli altri». 

Perché Piergiorgio Massidda? «La mia candidatura nella sua lista è stato un allineamento di pianeti. Lui ha avuto il coraggio di mettersi in discussione creando una lista civica che coagula al proprio interno una grande rappresentanza di persone provenienti da diverse esperienze politiche, professionali e sociali. Non saprei vedermi altrove, se non in una lista civica. Non sono tipo da segreteria di partito. Piergiorgio poi ha dimostrato di saperci fare (vedi l’esperienza politica passata e il suo impegno all’Autority). Ha l’esperienza giusta per amministrare una città come Cagliari, e la freschezza di un giovane per sopportare i tanti impegni». 

Cosa pensa degli altri partiti? «Sono necessari, e mi dispiace sentire delle loro continue beghe interne. La gente ha fame, e alcuni sembrano non capirlo». 

La prima cosa che farebbe in caso di vittoria? «Sogno una Cagliari capitale del volontariato. Il terzo settore non è valorizzato abbastanza. Sono convinto che Cagliari, come ogni altra città, abbia assoluto bisogno dei volontari organizzati».