Is Mortorius, i vandali davastano la zona archeologica restaurata

Appena rimessa a nuovo, di nuovo distrutta dai teppisti: guardate cosa succede a Is Mortorius, nei pressi di Capitana


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Is Mortorius, vandali “a cielo aperto” nell’indifferenza generale, soprattutto delle istituzioni. Leggete la storia di denuncia raccontata dal nostro lettore Carlo Lussu: “Per chi come il sottoscritto frequenta il promontorio di “Is Mortorius” (litorale di #Quartu Sant’Elena – #Cagliari) da anni, diversi anni, decenni per essere più espliciti…, ricorderà sicuramente le condizioni in cui ha sempre versato l’intera area, comprendente tra gli altri il “#Nuraghe Diana” e soprattutto la Batteria antiaerea “Carlo Faldi”, due gioielli di epoche così distanti tra loro ma al tempo stesso testimoni entrambi di un passato misterioso e per certi versi affascinante. Ebbene, sempre i frequentatori abituali di questi luoghi, saranno stati sicuramente più che entusiasti quando hanno potuto assistere ai recentissimi ed inaspettati, per non dire insperati, lavori di riqualificazione che hanno interessato l’intero promontorio. Un ambizioso (ma oserei dire anche sacrosanto) progetto di pulizia, recupero architettonico e di accessibilità a cura della Conservatoria delle Coste, durato circa un anno e mezzo, almeno nella fase pratica visibile ai non addetti ai lavori. Dove un tempo regnava il degrado, l’abbandono e l’immondizia che “seppelliva” una straordinaria opera di archeologia industriale e bellica nonché un angolo naturalistico e panoramico di straordinaria bellezza, ora si può finalmente ammirare un vero e proprio museo a cielo aperto, o meglio, si poteva… Sono infatti bastati pochi giorni dalla conclusione dei lavori per “regalare” ai vandali una ghiotta occasione per devastare tutto quanto era stato realizzato nei mesi precedenti e per risporcare, con rifiuti di ogni genere, tutte le zone appena bonificate. Si stava finalmente riaccendendo la “fiammella” della speranza, seppur flebile ma pur sempre luminosa, di poter davvero creare un’opportunità di sviluppo storico-turistico-naturalistico per il sito, ben presto spenta dal triste spettacolo a cui si può assistere in queste ore. Nessuna polemica, non è questo il senso del post. Vorrei solo rendere pubblica la situazione con l’ausilio di qualche immagine allegata, che peraltro non contempla la totalità delle nefandezze visibili da chiunque decida di farsi una semplice passeggiata in queste zone, incuriosito o no dalla lettura di queste righe. Ciò che più mi fa riflettere è che non può considerarsi come un caso isolato. Esistono tanti “Is Mortorius”, alcuni molto visibili, altri meno ma pur sempre tutti simbolo di un degrado sociale, specie tra i più giovani, che a tratti pare quasi inarrestabile. Di sicuro, in attesa di un eventuale cambiamento radicale dei modelli educativi… forse non guasterebbe correre ai ripari con un pò di “prevenzione”, magari sorvegliando adeguatamente determinate aree con l’ausilio di personale ma anche con quello della tecnologia, che oggi consente in maniera semplice e neanche particolarmente dispendiosa di monitorare costantemente e con ottimi risultati anche i luoghi più impervi ed inaccessibili. Nel fratrempo, piccoli Is Mortorius crescono…”


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