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Quella palestra in via Monte Grappa era l’unica valvola di sfogo. In un quartiere dove oltre i grigi palazzoni neanche un parco. Neanche un campo da calcio. Solo bar. Sala pesi, cardio fitness dopo una giornata di lavori precari gli permettevano di passare un’ora in libertà, da tutti i problemi. E lontano dai bar. Tre mesi fa è stata chiusa anche quella. Poche iscrizioni, prezzi troppo alti per chi a mala pena riesce a sbarcare il lunario. Da allora Luca 45 anni residente nel quartiere Is Mirrionis, è entrato in una bruttissima depressione. Anche lui aveva dovuto rinunciarvi. Pochi giorni fa, si è tolto la vita, in uno dei più crudele dei modi: impiccandosi.
Nel portone della ex palestra oggi è comparso un cartello affisso dai residenti: “Il suicidio di Luca è da considerarsi anche a causa della chiusura della palestra, inserito nel contesto di una società egoista dove lo sport non può essere solo una questione di soldi. Dare la possibilità a tutti i ragazzi di essere impegnati in attività positive è un atto di onore.”
Perché questo è il pensiero dei residenti. Non solo Luca ma sono tanti i ragazzi che avrebbero voluto frequentarla per allontanarsi dai guai in due quartieri che poco o niente offrono. San Michele e Is Mirrionis dove si sa troppo facile è finire in una strada chiamata droga. “Qui non c’è nulla a parte i bar, non ci sono campi, la piscina di via Abruzzi è chiusa da anni e sta diventando una discarica, commenta G.F un residente- C’era rimasto solo lo spirito sportivo, ci hanno tolto anche quello.”