Ippoterapia, Sardegna in prima linea per l’utilizzo con gli affetti da sclerosi multipla

Ippoterapia e integrazione sportiva: la Sardegna in prima linea per la sclerosi multipla – Le novità emerse nel convegno organizzato al Campo Rossi di Cagliari da Lioness Cagliari e Fise nazionale e regionale


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Dai promettenti risultati del progetto sardo “Here is the challenge” dedicato alla sclerosi multipla, all’apertura delle ponyadi nazionali alle discipline di paraequitazione coi pony. Dall’ippoterapia all’integrazione sportiva dei disabili sino alla fase competitiva per alcuni cavalieri. Ha toccato tanti temi caldi il convegno organizzato dal Lioness Cagliari insieme a Fise nazionale e Fise Sardegna nelle strutture del Campo Rossi Anac di Cagliari, che nel pomeriggio ha anche offerto una piccola dimostrazione dei benefici che l’andare a cavallo porta a chi ha disagi fisici o mentali.

A rappresentare la neonata Giunta Regionale, è stato Mario Nieddu, assessore regionale alla Sanità, che ha dichiarato: “Sono molto attento a questo problema e sensibile perché ho avuto modo di osservare i benefici dell’ippoterapia. Il mio assessorato sarà sempre vicino a queste tematiche”. Parole che il presidente della Fise Sardegna Stefano Meloni ha definito “incoraggianti e importanti”.

La presidente del Lioness Cagliari Patrizia Mancusi Schirru ha evidenziato “la preziosa e fertile collaborazione con la Fise Sardegna iniziata l’anno scorso, che ci consente di portare avanti temi di interesse comune”.

Tra i relatori del convegno Stefano Seripa, dirigente psichiatra e medico responsabile dei progetti di Terapia Assistita con gli Animali della Asl Roma 4.

Gianluigi Giovagnoli, veterinario e segretario Fise nazionale, ha spiegato perché il cavallo è così efficace: “Il cavallo propone una morbidezza all’abbraccio e un movimento che ricorda quella della mamma. E’ poi uno specchio per la persona, aiuta a conoscersi meglio”.

Barbara Ardu, tecnico Fise, ha raccontato l’evoluzione del dipartimento Sport integrati nell’ambito della Fise e ha evidenziato come “la para equitazione aiuti la terapia perché il ragazzo si diverte e aumenta la coscienza di sé anche con esperienze fuori dal maneggio. Vengono offerti poi due percorsi differenti: uno preparatorio di base senza classifiche e uno con le classifiche”. Il consigliere federale Fise Grazia Basano ha ricordato che “a fine agosto le ponyadi ospiteranno per la prima volta anche le paraponyadi”.

Alessandro Pavoni e Alessandra Pes di San Vittorio hanno parlato rispettivamente del parareining e del paraendurance.

Raffaela Montis, responsabile Fise Sardegna del Dipartimento sport integrati, ha raccontato invece la promettente esperienza col progetto che dal 2013 ha coinvolto cinque ragazzi e ragazze affetti da sclerosi multipla. “Ne hanno tratto benefici di tipo neuromotorio, ma soprattutto emotivo: Stefania ha ripreso a sorridere, per fare un esempio. E’ stato il frutto di un lavoro in sinergia fra tecnici Fise ed equipe medica del centro sclerosi multipla di Cagliari, specialisti della Medicina dello Sport e dell’Università sempre di Cagliari. Un’esperienza da ripetere”.

Cosa abbia significato andare a cavallo lo ha detto uno dei ragazzi del progetto,Alberto Lecis: “E’ diventata una droga. Persino dopo una caduta sono voluto rimontare in sella. E a distanza di anni, che ho qualche problema fisico in più, voglio continuare ad andare a cavallo perché non ne posso fare a meno”.

Di pomeriggio, nel campo prova della struttura Anac, una piccola dimostrazione curata dallo staff tecnico di Pamela Sesselego ha evidenziato lo splendido rapporto che si crea tra i cavalli e i cavalieri e le amazzoni di qualsiasi età e con qualsiasi problema.


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