“E’ una censura”. Motiva così Andrea Ibba Monni, direttore artistico di Ferai Teatro il no degli uffici comunali alle affissioni in centro città dei manifesti dello spettacolo “Io sono bestemmia”.
La notizia stamattina su L’Unione Sarda. “Abbiamo consegnato la bozza della locandina nei tempi e nei modi richiesti dall’ufficio affissioni una spesa di 260 euro”, racconta Monni, “ma dei cartelloni nemmeno l’ombra”. L’artista aveva richiesto l’affissione in via Cadello, via Guadazzonis e via Bacaredda. Stupito dall’assenza dei manifesti sollecita dopo due giorni con una telefonata agli uffici e si sente dire che “avrebbero dovuto considerare l’ipotesi di affiggere i manifesti dello spettacolo lontano da scuole e chiese. Al quel punto ho scritto che mi fosse messo tutto per iscritto e la loro risposta, sempre a voce, è stata quella di spostare i cartelli in periferia, in viale Elmas e in viale Ciusa. Al che, noi ci siamo rifiutati perché noi camminiamo con le nostre gambe e i soldi sono quelli del sudore della nostra fronte e non possiamo sprecarli. Oltretutto si tratta di zone che non ci interessano perché già coperte”.
Secondo Ferai Teatro dietro il braccio di ferro una piccola clausola che prevede la possibilità di non pubblicare immagini con contenuti diffamatori. “Cose ovvie e giuste, ma qui di diffamatorio non c’è nulla”, aggiunge Monni, “spiegatemi dove sta l’offesa. Qui c’è qualcuno che si arroga il diritto di dire che quella roba è offensiva per tutti è un’idea non mi è stato detto che il riferimento era a Gesù. Quando ho chiesto dove sta scritto mi hanno detto che era una loro interpretazione in base alla loro discrezionalità, ma io come artista non posso stare attento all’interpretazione di terzi. Nello spettacolo non c’è nulla su Gesù, Dio, la Madonna e non si parla di religione e non c’è nessuna infrazione di regolamento. Questa è censura. Altrimenti spiegatemi di che si tratta”.