Giovani pagati 2,50 euro all’ora in un call center di Cagliari, 15 euro al giorno dopo sei ore di lavoro, molti sono laureati. La situazione viene denunciata da un giovane cagliaritano, Davide, ex operatore telefonico nel call center outbound che lavora per conto di un importante gestore per l’energia elettrica a Cagliari. “Una vergogna – spiega – ormai è diventata un’abitudine. Siccome c’è crisi molti approfittano del fatto che difficilmente si riesce a trovare un altro lavoro: e noi giovani ci ritroviamo con uno stipendio da fame a fronte di ritmi di lavoro assurdi”.
Sottopagati, e in alcuni casi assunti con contratti irregolari. Una triste realtà a Cagliari, così come in tutta l’isola, dove sono tanti i ragazzi che dopo l’Università, o durante gli studi, non trovano lavoro e finiscono a fare gli operatori telefonici. Tra loro c’è chi ci sta e si accontenta e chi, invece, molla tutto e cerca di meglio altrove, lontano dalla propria città. “In una settimana si lavorava per sei ore di fila, tutti i giorni tranne la domenica, al telefono tramite un pc – continua Davide – In quei mesi ho ricevuto solo insulti e lamentele da parte di utenti di ogni parte d’Italia, che venivano chiamati anche otto volte nello stesso giorno in orari assurdi. Tutto questo per 2,50 euro all’ora, poco più di 300 euro al mese. Un mio amico non è stato neanche pagato, e dopo avere fatto ricorso a chi di competenza alla fine ha percepito metà della metà di quanto gli spettava: sono sempre più disgustato da questo Paese che non offre sbocchi lavorativi per i giovani, dove andremo a finire?”