“Io, lavoratrice del call center senza stipendio e bonus: costretta a farmi aiutare per la spesa”

Smart working? Forse tra qualche settimana. Nel frattempo, C. M., 27enne cagliaritana, è a casa: “Bonus chiesto il 2 aprile, ancora nulla. Costretta a farmi fare la spesa da mia madre, una sconfitta dopo due anni di indipendenza”


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Lavora in un call center del Cagliaritano da circa dieci anni e, dai primi di marzo, ha salutato sino a chissà quando la sua postazione, C. M., 27enne di Cagliari. Emergenza Coronavirus, tutti a casa. In smart working? “Per alcune mie colleghe sì, per me non ancora. Forse tra qualche settimana”, racconta la giovane a Casteddu Online. “Ho ricevuto il mio ultimo stipendio a metà marzo, il prossimo arriverà solo quando potrò tornare a lavorare”. E nel calendario non c’è nessuna data cerchiata: “Il 2 aprile ho fatto la procedura online per chiedere il bonus di 600 euro, dopo 22 giorni non è ancora arrivato un solo centesimo sul mio conto corrente bancario”. Si sente frustrata, la giovane lavoratice: “Da un po’ di tempo vivo da sola e sono sempre riuscita a pagare l’affitto e a fare la spesa”.
Ora non è più così: “Devo ringraziare mia madre per l’aiuto che mi sta dando. Ho cercato di resistere e non chiedere i buoni spesa al Comune di Cagliari perché so che c’è gente che sta molto peggio di me”. Ma i giorni passano e i soldi stanno finendo: “Nei prossimi giorni farà anch’io la domanda per ottenere i ticket, ho resistito sinché ho potuto. Il Governo, purtroppo, non ha nemmeno attivato il reddito di emergenza”.


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