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L’elenco della sua mercanzia è lungo: giacche, pantaloni, sciarpe, calzini, cappelli. Daniele Saddi, 53enne di Guspini, è un commerciante ambulante da oltre trent’anni. Un mestiere iniziato da giovanissimo, i primi giri nelle piazze che poi sono diventati abitudine. Sino a due mesi fa, quando è partito il lockdown per l’emergenza Coronavirus: “Da quel momento non sto più guadagnando un euro e quest’emergenza mi ha messo quasi ko. È arrivata in un momento delicato, nel passaggio tra due stagioni. Ho tutta la merce sul groppone, ferma. Mia moglie lavora con me e uno dei nostri due figli ha seguito le nostre orme”. Insomma, incassi spariti nel giro di un “amen”.
“Noi siamo gente di paese, sappiamo arrangiarci e vivere con molto poco. Il problema è che il Governo ci sta trattando come cittadini di serie B”, attacca Saddi, “noi siamo persone responsabili e coscienziose. Siamo pronti a tornare al lavoro con guanti e mascherine, rispettando le distanze. Ma vogliamo sapere una benedetta data”.