Insegnanti sardi “deportati” senza stipendio. “Nessuna deroga, un anno di fame”

Da Roma non arriva il via libera per tanti docenti isolani, impossibile avere una cattedra vicino casa. E, con il corso di specializzazione già partito, la scelta è presto fatta. “Costretti a metterci in aspettativa”

Di Paolo Rapeanu

 

Il “miracolo” dal ministero dell’Istruzione, per l’anno scolastico 2017-2018, non arriva. La tanto agognata deroga – che consente agli insegnanti di poter avere una cattedra nell’Isola e contemporaneamente seguire il corso di specializzazione – rimane un miraggio. Un anno fa l’ok da Roma, quest’anno passa la linea del “no”. Risultato: tra un’occasione che capita di rado – la possibilità di specializzarsi – e quella di dover fare la valigia e partire per chissà quale destinazione nel resto d’Italia, l’unica opzione disponibile è la prima. Passaggio obbligato della richiesta di aspettativa, e addio stipendio per i prossimi dodici mesi.
I casi di “deportazioni” clamorose sono numerosi: c’è chi, per esempio, è stato piazzato tra i docenti di un istituto di Sestri Levante, in Liguria, e chi a Varese, nella più profonda Lombardia. “Impossibile accettare, per colpa di provvedimenti non chiari di Miur e Ufficio scolastico regionale ci ritroviamo in una situazione disperata”. Quale? Questa: dover seguire il corso di specializzazione e dover dire addio a un anno di insegnamento. Con la beffa nella beffa: infatti, le cattedre libere, in Sardegna, non mancano. Ma senza il “lasciapassare” delle stanze della politica romana, ottenere la “chiamata” in un istituto della regione è un fatto totalmente impossibile.


In questo articolo: