Circa 37mila clienti non hanno pagato i depositi cauzionali: ora risultano morosi e a rischio slaccio. E’ questo purtroppo il risultato degli appelli a non pagare effettuati da Adiconsum Sardegna nei mesi passati. Per ben due volte il Tribunale di Nuoro è stato costretto a esprimersi su una indicazione che non ha avuto alcun precedente in Italia (la regolarizzazione delle cauzioni nel settore idrico ha riguardato numerosi gestori) e per ben due volte ha ribadito la legittimità dei depositi cauzionali rigettando i ricorsi di Adiconsum. Anche a livello regionale nessuna, tra le altre associazioni dei consumatori, ha seguito la strada di Adiconsum.
Battaglia giocata con i soldi dei cittadini. “Leggo tardivi inviti a pagare i depositi cauzionali da chi ha fatto causa contro Abbanoa. Chi risponde di tanta gente esposta al rischio slaccio?”, ha detto l’Amministratore Unico di Abbanoa,Alessandro Ramazzotti, in un tweet, riferendosi alla battaglia inutile e dannosa che ha esposto decine di migliaia di cittadini al pericolo di slaccio.
Professionisti della contrapposizione, mossi da un protagonismo mediatico senza precedenti, da tempo espongono infatti al rischio di onerosi contenziosi quei cittadini che ingenuamente accettano di corrispondere una somma per il tesseramento e di restituire all’Associazione una quota su sbandierate percentuali di “sconto” sulla bolletta. E’ quello che è successo sul fronte dei depositi cauzionali con la “campagna di INVITO A NON PAGARE rivolta a tutti i clienti di Abbanoa.
In Sardegna era presente una forte discriminazione, frutto delle precedenti gestioni: due terzi dei clienti avevano pagato, in passato, una forma di deposito (anticipo consumi), un terzo no. La decisione di Abbanoa puntava a sanare questa incongruenza che privilegiava alcuni a scapito di altri. Che però l’operato dell’associazione dei consumatori si stesse trasformando in un sistema per far crescere il numero di tesserati in cambio di inutili promesse, è risultato fin dall’inizio chiaro.
L’invito a non seguire proclami avventurosi. Già un anno fa – dopo una lunga campagna informativa sui maggiori quotidiani sardi – Abbanoa lanciò un “Appello a non seguire proclami avventurosi”: l’obiettivo era quello di mettere in guardia i clienti rispetto ai rischi che si correvano seguendo la linea Adiconsum. Non è bastata però neppure la prima sentenza del Tribunale di Nuoro, se ancora oggi 37mila clienti non hanno pagato. L’Associazione, annunciando il ricorso, ha infatti continuato a diffondere false aspettative che lunedì sono state gelate dalla seconda bocciatura del Tribunale di Nuoro.
Anche per il futuro, l’invito è di fare attenzione agli appelli a non pagare che, purtroppo, possono generare false aspettative. Abbanoa ha dimostrato di aver rispettato in pieno le disposizioni dell’Autorità per i servizi idrici che hanno regolamentato le richieste dei depositi cauzionali a livello nazionale e con la sentenza è stato ribadito un principio fondamentale di giustizia secondo cui tutti devono pagare allo stesso modo. I giudici hanno sottolineato come fossero prive di fondamento tutte le varie contestazioni mosse da Adiconsum sia sul mancato adeguamento della Carta dei Servizi sia sull’abusività della clausola contrattuale sui depositi.
Restituzione ed esenzioni. A fini informativi è utile, ancora una volta, ricordare che i depositi sono già previsti da diversi gestori non solo di servizi idrici, ma anche nei campi della telefonia, energia elettrica, gas e così via. Per quanto riguarda il Servizio idrico integrato in Sardegna, ogni anno vengono presentate circa 26mila chiusure contrattuali per volture o cessazioni: tra queste, si registrano mediamente insoluti per quasi nove milioni di euro. I depositi funzionano come la caparra nei contratti d’affitto. In caso di cessazione del contratto, l’importo viene restituito maggiorato degli interessi legali.
Abbanoa ha dato anche la possibilità di non pagare il deposito cauzionale: in caso di nuova utenza, basta semplicemente attivare la domiciliazione bancaria e postale delle bollette entro. Chi ha già un’utenza attiva ed effettuata la domiciliazione successivamente ha diritto comunque al rimborso dell’importo nelle bollette successive con tanto di interessi. Sono esenti le famiglie a basso reddito per le quali viene applicata la tariffa agevolata “No Tax” mentre cospicue riduzioni dell’importo sono state assicurate alle associazioni no profit e religiose con consumi inferiori ai 500 metri cubi all’anno.