La Sardegna è la regione italiana che registra complessivamente il maggior incremento occupazionale
A Cagliari la crescita più rilevante con 1520 nuovi posti di lavoro
Le indicazioni più positive arrivano dalle pmi, mentre per le grandi aziende il bilancio è negativo
In Italia, per effetto del jobs-act e degli incentivi previsti dalla legge di stabilità, oltre un quarto delle circa 238mila nuove assunzioni sono a tempo indeterminato
In Sardegna la gran parte dei nuovi assunti sono stagionali: il 62%, contro una media italiana del 38%. Le assunzioni a tempo indeterminato rappresentano solo il 18,5% del totale
Confrontando i dati 2015 con quelli del 2014 in Sardegna il saldo occupazionale è calato del 13% e le assunzioni sono diminuite del 4,6%, addirittura del 14,9% nel settore turistico
Piras e Porcu (CNA): I segnali incoraggianti sono in gran parte dovuti all’approssimarsi della stagione turistica. E’ difficile ravvisare qualche effetto positivo collegato alle politiche sul lavoro messe in atto dal Governo. Auspichiamo che le previsioni siano prudenziali e che la Sardegna possa beneficiare della situazione internazionale rafforzandosi come meta turistica
Dal piano triennale sull’edilizia scolastica e da quello sulle infrastrutture attesa crescita positiva se si aprono i cantieri
La prima metà del 2015 si è conclusa con qualche segnale positivo per l’occupazione in Sardegna. La nostra è infatti la regione italiana in cui nel secondo trimestre dell’anno si è creato più lavoro dipendente. Sulle circa 82mila nuove assunzioni previste tra aprile e giugno nelle imprese private italiane 3420 sono previste in Sardegna. Un risultato ridimensionato dal fatto che la maggior parte delle nuove assunzioni hanno però un carattere meramente stagionale e sono legate al settore turistico. Con l’aggravante che, ad un confronto con i dati del 2014 quelli del 2015 sono estremamente negativi: rispetto allo scorso anno il saldo occupazionale è diminuito del 13%, le assunzioni sono calate del 4,6% e addirittura del 14,9% proprio nel settore turistico.
Sono segnali contraddittori quelli che emergono dai dati dell’Unioncamere-Ministero del Lavoro sull’occupazione nel secondo trimestre 2015, elaborati dal Centro studi della Cna Sardegna. La nostra regione non sembra per ora aver ottenuto particolari benefici dalle misure sul lavoro messe in campo dal Governo Renzi per fronteggiare la crisi occupazionale. I programmi occupazionali delle imprese italiane – che si stima abbiano creato tra aprile e giugno 2015 complessivamente circa 82mila nuovi posti di lavoro dipendente nella penisola – sono stati in parte condizionati dal jobs-act e dagli incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato previsti dalla legge di stabilità 2015, ma anche da numerosi fattori positivi emersi dall’inizio dell’anno (riduzione del prezzo del petrolio, nuova politica monetaria della BCE, euro debole, riduzione dei tassi a medio-lungo termine, ripresa dei consumi, del mercato immobiliare degli investimenti). Con il risultato che oltre un quarto delle nuove assunzioni previste a livello nazionale (68.400 su 265.320) è a tempo indeterminato. Ma, come detto, in Sardegna questo non è avvenuto.