In ricordo di Nereide Rudas: per non dimenticare mai i suoi moniti

La lettera rivolta al figlio di Nereide Rudas, scritta da Enrica Anedda Endrich


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di Enrica Anedda Endrich

IN RICORDO DI NEREIDE RUDAS, PER NON DIMENTICARE I SUOI MONITI”: FATE RETE e conservate la nostra identità aprendovi verso l’esterno” 

Caro Piero, 
Ho sempre conosciuto Tua madre non solo per la sua importanza nel mondo della scienza, ma soprattutto per l’amicizia che la legava alle mie zie e per la comune passione per il mare in ogni stagione. Per caso abbiamo iniziato a condividere la cabina invernale e così è iniziato un rapporto più stretto. Io ero cordiale ma formale, Lei mostrava grande affetto e spesso, facendomi arrossire, mi prendeva per braccio con il desiderio di fare quattro chiacchiere. All’inizio della professione l’avevo interrogata, come consulente, in un brutto processo di omicidio in Corte d’ Assise e mi aveva sempre incusso la soggezione per la grande scienziata. Invece, grazie al mare, ho iniziato a apprezzarla diversamente. Quando all’età di 101 anni è mancata mia nonna, alla quale ero fortemente legata, con grande sorpresa avevo ricevuto un suo biglietto di condoglianze bellissimo, commovente. Aveva colto perfettamente il significato di mia nonna per me e il mio dolore. Mi aveva colpito il suo modo di scrivere semplice, tipico di una grande cultura, quella che non ha bisogno di parole e sintassi complicate, ma trasuda conoscenza umanistica in ogni virgola. 

Abbiamo continuato a incontrarci al mare e provavo ammirazione per quei suoi bagni invernali che a volte nemmeno io avevo il coraggio di fare, diceva che bastava asciugarsi immediatamente: la ricordo avvolta in morbidi accappatoi, con il viso soddisfatto e fresco di acqua di mare. A furia di parlare aveva saputo della mia passione per il cinema e mi aveva invitato a leggere quel suo magistrale pezzo sul capolavoro di David Linch “ Mulholland Drive”, che penso non abbia eguali al mondo e che tutti gli amanti del cinema dovrebbero leggere. 
Aveva una cultura tale da poter parlare con cognizione di causa di tutto. Beata Lei , oltre la grande intelligenza e memoria aveva avuto il privilegio di una educazione scolastica, quella di altri tempi, che oggi non esiste più, con tutte le conseguenze sotto gli occhi di tutti. 

Il rapporto è continuato. Più volte sono andata a casa sua, le avevo regalato la autobiografia di mio nonno di cui già conosceva bene la storia e la sua adesione al sardismo e che stimava, nonostante non ne condividesse le scelte politiche e si ritenesse antifascista. Sapeva infatti valutare e apprezzare anche le parti buone del fascismo e gli uomini validi di quel tempo; era irritata per l’ assurdità di quella furia ideologica che, ancora oggi, nonostante il valore, la onestà e l’importanza nella storia della Sardegna, vorrebbe mettere al bando Enrico Endrich e si esprime con una banda di teppisti incolti che ogni sei mesi danneggia la targa a suo nome posta sul Viale piu bello di Cagliari, che lui, con la collaborazione del grande Ubaldo Badas, aveva realizzato quando era Sindaco. Io e Nereide avevamo anche parlato di costituire una Fondazione a suo nome. Così ho capito la distanza anche in politica fra l’intelligenza e la cultura e tutto il resto: ignoranza soprattutto e qualunquismi da strapazzo, deleteri per la crescita di una società civile, fondata sulla propria identità. Ci eravamo promesse di fare delle cose assieme: mi stimava e mi trasmetteva una grande forza. Nel frattempo era diventata presidente della Fondazione Alziator e del Festival per cortometraggi “ Tre minuti di celebrità”. Cercava sempre di mettermi in relazione con coloro che lo organizzavano, voleva che mettessi al loro servizio la mia esperienza di organizzatrice. E per un anno così è stato. 

Poi finalmente abbiamo realizzato un nostro sogno: nel 2014 abbiamo organizzato un incontro, il primo della storia della Sardegna, fra tutte le associazioni di cinema. E stato un successo; abbiamo fissato dei punti di partenza, che Lei aveva spiegato molto chiaramente in una presentazione affascinante. Aveva già capito tutto, non riusciva a navigare bene su internet e si faceva aiutare, ma ne aveva capito da subito il potenziale. Mi ammoniva continuamente “è necessario fare rete, fate rete”. Riporto le sue parole da un pezzo che avevo scritto, tratto dall’archivio di www.cinemecum.it; parole che dovrebbero essere scolpite nei muri di tutta la Sardegna: “nel corso del tempo siamo passati dall’homo sapiens all’homo videns, viviamo in un’epoca in cui le immagini fanno parte integrante della nostra vita. Il cinema in Sardegna purtroppo è debole questo comporta grandi svantaggi, potrebbe infatti essere uno strumento fondamentale per rafforzare la nostra identità e promuovere la nostra terra. …non credete a chi vi dice che le tradizioni e le radici rappresentano la nostra identità: sono solo una gamba; l’altra, quella più importante, è la relazione. L’identità si costruisce verso l’esterno e fra di noi …..siamo qui per lavorare assieme superando l’invidia e andando oltre i nostri difetti che oramai conosciamo benissimo perché esaminati e studiati dall’800 in poi …. dobbiamo reagire, essere semplicemente amici, amici del cinema. Dobbiamo fare rete incontrarci e andare avanti, approfondendo i tempi più importanti ! “
La settimana scorsa l’ho sentita, ultimamente era frettolosa, forse si stancava al telefono ed era sempre impegnata sino all’ultimo nei suoi progetti. Aveva appena finito di scrivere un libro che penso sarà in procinto di pubblicazione. Mi spronava a continuare a fare cose, voleva che le donne in gamba (così mi considerava) si dessero da fare per dare il loro contributo nella società ed essere valorizzate. Proverò a non tradirla e vorrei che non la tradissero nemmeno tutte le altre donne sarde con le quali auspico che si faccia rete; non la dimenticherò mai e mi dispiace non essere riuscita a farle un’ultima visita. 

Caro Piero, 
Ti ho incontrato subito dopo Natale ma non sapevi neppure tu che avevamo così poco tempo. Nella nostra amicizia ci sarà sempre anche il ricordo di Tua madre, molto forte anche per mio padre e per tutta la mia famiglia, che la stimava sotto tutti i profili. Enrica


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