
Il suo patrimonio? Giudicato “sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale”. È questo il motivo che ha spinto i finanzieri del gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia a dare esecuzione ad un decreto di confisca di beni mobili ed immobili, per un ammontare di oltre 9 milioni di euro, riconducibili ad un imprenditore di origini abruzzesi, Antonio Gentile, “connotato da pericolosità sociale in quanto già condannato per reati fallimentari e destinatario di misure cautelari reali emanate nell’ambito di procedimenti penali per reati tributari nonché per fattispecie di riciclaggio ed autoriciclaggio”. Tra i beni sequestrati dalle Fiamme Gialle c’è anche un intero villaggio turistico a Tertenia, in Sardegna. Si tratta, come spiega a Casteddu Online il tenente Michelangelo Tolino, “del Babai Village e del residence Abba Urci. Erano gestiti da due società, la Marea srl e la Resort Tertenia srl, riconducibili ad Antonio Gentile, già condannato in passato per bancarotta e con una serie di procedimenti per reati tributari, l’ultimo emesso dalla procura di Lanusei riguarda l’autoriciclaggio. Il sequestro è scattato a fine ottobre, qualche giorno fa c’è stata la confisca e il villaggio turistico lo sta gestendo, per conto dello Stato, un amministratore giudiziario”.
Il provvedimento è stato emesso, su proposta della procura della Repubblica presso il tribunale di Pescara, dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di L’Aquila che, nello scorso mese di novembre, aveva adottato la misura cautelare del sequestro nei confronti del patrimonio accumulato dall’imprenditore, risultato, all’esito delle indagini patrimoniali effettuate dalle Fiamme Gialle, “sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale”. Il tribunale “non ha ritenuto le ragioni addotte dal soggetto proposto per l’applicazione della misura di prevenzione, nel corso delle successive udienze, sufficienti a giustificare la liceità dell’origine dei flussi di denaro impiegati per l’acquisto dei beni e, quindi, in applicazione della normativa antimafia, ha disposto la confisca di tre auto, quote societarie” e, appunto, del villaggio turistico in Sardegna.