Il vaccino, arma essenziale contro le varianti. A Radio CASTEDDU, l’epidemiologo Giovanni Sotgiu: “Bisogna evitare che ci sia una parziale immunizzazione della popolazione perché il virus si adatta ed è capace di evadere il sistema immunitario rapidamente”
“Nelle ultime due settimane avevamo sottolineato la tendenza alla crescita, confermata dall’incremento del numero di casi, e il cambiamento è principalmente imputabile alla diffusione della variante inglese. Sarà fondamentale in queste settimane, in questi giorni controllare, bloccare il più possibile i soggetti contagiosi e i loro contatti. I numeri sono in ascesa, nell’ultima settimana il numero assoluto di soggetti risulta superiore, simulando quello che si stava realizzando nelle altre regioni italiane. Da noi la variante inglese è arrivata in ritardo rispetto alle altre regioni d’Italia, sarà quindi fondamentale in questi giorni, ogni volta che vengono identificati soggetti positivi, identificare immediatamente tutti i contatti stretti in maniera maniacale, estremamente intensiva, evitare che il soggetto evada le misure di isolamento, di quarantena. Questo potrebbe rallentare la curva, però bisogna tener conto del fatto che ormai le varianti sono presenti nel nostro territorio, per cui un certo numero di soggetti positivi lo avremo nei prossimi giorni. L’evoluzione della curva non è indipendente, ma funzionale in base agli interventi del servizio sanitario regionale: occorre vaccinare i soggetti suscettibili perché sono loro che rischiano di avere le complicanze dell’infezione”.
Per tornare a una situazione che elimini le restrizioni quindi è necessario avanzare con i vaccini? “Assolutamente sì e contestualmente è fondamentale anche eseguire un corretto tracciamento e una valutazione sistematica nei laboratori proposti della tipologia di variante. Si sta evidenziando anche la difficoltà alla negativizzazione: i soggetti che hanno contratto la variante inglese, infatti, tendono a negativizzarsi più tardi e purtroppo è da sottolineare come la varianza inglese si associa a un incremento della mortalità del 50%. Ci troviamo di fronte a un problema tanto più grave quanto più il soggetto presenta dei fattori a rischio, ossia di essere anziano e di soffrire di altre patologie. Inoltre la degenza e poi l’eventuale decesso avvengono dopo un periodo abbastanza lungo: i soggetti combattono la loro situazione clinica complicata per settimana poi, molti, non riescono a superare le difficoltà della decenza e vanno incontro al decesso. L’evento morte arriva come coda ma è una cosa molto lunga e la zona arancione sicuramente, come misure restrittive, aiuterà tanto. Però bisogna vedere l’andamento della settimana pasquale ad eventuali incontri in ambito familiari e in questo senso è fondamentale il la responsabilità di tutti. Purtroppo ancora sento persone che sottostimano il problema, che sottovalutano la situazione. In realtà i soggetti positivi stanno diventando tanti e allo stesso tempo ci sono i morti. Se per una persona dire che muoiono 460 persone ogni giorno e sono numeri piccoli, ha una visione delle cose molto diversa rispetto a quella di una persona che ha reale visione della drammaticità della situazione. Ieri in Brasile sono morte più di 3 mila persona dovute alla variante brasiliana, un numero molto elevato di persone decedute.
Il problema è globale, non riesco a capire purtroppo i governanti dei paesi ad alto reddito che hanno avuto una scarsa lungimiranza perché pensano alla vaccinazione delle loro singole nazioni, però non ci si rende conto che il problema è globale. È importante quindi aiutare i paesi in via di sviluppo, a basso reddito, a vaccinare anche loro perché, nel momento in cui rimangono dei focolari aperti in paesi in via di sviluppo che vengono gestiti non bene, favoriamo l’emergenza di nuove varianti che per noi rappresentano un problema”.
La nuova variante indiana con doppia mutazione: “Il rischio può essere favorire l’emergenza di varianti che risultino resistenti al vaccino, quindi bisogna evitare che ci sia questa parziale immunizzazione della popolazione perché il virus, se l’immunizzazione è parziale, si adatta a questo nuovo contesto accumulando una nuova variante che è capace di evadere il sistema immunitario: tanto rapidamente facciamo una chiusura di contagiosità con la vaccinazione, tanto più rapidamente evitiamo che possano sorgere varianti poi difficili da gestire, che ci comporterebbero la soluzione di nuovi vaccini per le varianti e questo lo vogliamo evitare. Dobbiamo quindi vaccinare il più rapidamente possibile proprio per evitare che emergano varianti resistenti ai vaccini”
Risentite qui l’intervista a Giovanni Sotgiu del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
e scaricate gratuitamente l’APP di RADIO CASTEDDU