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Raffaele Moretti e l’arte del pianoforte: riflettori puntati martedì 6 novembre, alle 18, al Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliari sul brillante interprete dello strumento a tastiera originario di Ozieri, formatosi tra Sassari, Parigi e Londra, che proporrà un interessante programma, da Scarlatti a Debussy, passando per Schuberte Chopin, per la Stagione Concertistica 2018 “Da Scarlatti al Terzo Millennio” organizzata dagli Amici della Musica di Cagliari.
Un intrigante viaggio attraverso tre secoli di musica – dal Barocco al Simbolismo – che si apre con le Sonate di Domenico Scarlatti (K1 in re minore – Allegro, K32 in re minore – Aria, K35 in sol minore – Allegro, K208 in La maggiore – Adagio cantabile, K381 in Mi maggiore – Allegro, K87 in si minore e K162 in Mi maggiore Andante – Allegro).
Tra i capolavori di Claude Debussy, il I quaderno di Images con i “Reflets dans l’eau” in Re bemolle maggiore – Andantino molto, “Hommage à Rameau”in sol diesis minore – Lento e grave e infine il “Mouvement” in Do maggiore – Animé prosegue idealmente con le note evocative del II quaderno di Images con “Cloches à travers les feuilles” in sol minore – Lento, “Et la lune descend sur le temps qui fût” in mi minore – Lento e l’immaginifico “Poissons d’or” Animé, ispirato ad un’incisione orientale raffigurante dei pesci, magistralmente “tradotta” in musica.
L’artista – allievo di Aldo Ciccolini e Marie-Françoise Bucquet, poi diAlicia de Larrocha e Tatiana Sarkissova, perfezionatosi all’International Piano Foundation-Lake Como diretta da Martha Argerich – si immerge poi nella temperie culturale del Romanticismo con gioielli sonori come “Drei Klavierstücke”, D. 946 di Franz Schubert – tra le ultime opere del compositore: pagine suggestive e ricche di invenzioni, dall’Allegro assai (mi bemolle minore). Andante (Si maggiore), all’incantevole Allegretto (Mi bemolle maggiore). L’istesso tempo (do bemolle maggiore) per finire con l’ Allegro (Do maggiore). … (Re bemolle maggiore) – tempestoso e vibrante, con ascendenze ritmiche dal folklore slavo, di grande suggestione.
Chiude in bellezza il concerto la celeberrima Sonata n.2 op. 35 in si bemolle minore di Fryderyk Chopin che si apre con gli enigmatici accordi del Graveiniziale, con un tema denso di pathos che lascia il posto al più delicato e quasi rassicurante secondo tema, in un affascinante gioco di contrasti che caratterizza anche lo Scherzo con incipit deciso e la teatralità di una sorta di danse macabre, poi una dimensione quasi sospesa e di nuovo le travolgenti metriche dell’inizio, in una struttura quasi circolare. Spazio poi alla Marcia Funebre, fulcro della composizione con i toni mesti e cupi che si aprono a più luminose speranze, come soffocate dalle note più gravi; poi gli struggenti accenti venati di sottile malinconia, di una preziosa melodia e un cupo, quasi tragico finale, preludio all’emblematico, quasi raggelante, Presto conclusivo – quasi a segnare la fine delle illusioni, di fronte all’ultimo e ineludibile mistero.