Il Pd cede lo scettro ai 5 Stelle: passo indietro sulle primarie, Alessandra Todde in pista per il centrosinistra

Il segretario dem Comandini: “L’unità della coalizione prima di tutto”. E a Tramatza 160 delegati bocciano all’unanimità le primarie. Ora saranno proposti i nomi dei possibili candidati al tavolo di confronto, ma il nome della vice di Conte, frutto di un accordo romano stipulato mesi fa, è quello più accreditato


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Il Pd cede lo scettro ai 5 stelle, nel nome di un accordo romano anticipato a luglio scorso da Casteddu online, e apre definitivamente la strada alla candidatura di Alessandra Todde, deputata nuorese grillina e vice di Giuseppe Conte. Un accordo fra segreterie romane, con il via libera a Todde da parte di Elly Schlein, all’interno di una serie di accordi iniziati con la campagna elettorale per l’elezione del segretario regionale del Pd e approdati alle regionali prima e alle comunali di Cagliari e Sassari poi, dove i candidati dovrebbero essere entrambi del Pd, Piero Comandini, anche se Massimo Zedda ha già ufficializzato la sua discesa in campo, e Gianfranco Ganau.

Dunque non ci saranno le primarie per la scelta del candidato presidente del centrosinistra alle elezioni regionali del prossimo febbraio in Sardegna. A confermarlo, il segretario dem Piero Comandini, al tavolo di confronto fra i partiti della coalizione, sottolineando come la decisione di rinunciare a uno strumento fondamentale per i dem scaturisce dalla necessità di tenere insieme la coalizione e andare incontro alle esigenze dei partiti alleati, che sollecitano la scelta del nome attraverso un dibattito fra i partiti. A riconfermarlo, l’assemblea dei 160 delegati riuniti ins erata a Tramatza: via libera all’unanimità, con un voto in presenza a Tramatza e a distanza sul web, al documento che fissa i criteri per la scelta del candidato governatore alle regionali del 2024 e di fatto pietra tombale sulle consultazioni dal basso. Prossimo passo, la proposta di nomi non solo dal Pd ma anche dagli altri partiti della coalizione, 18 al momento.

 

Ma la scelta del Pd sardo non è generica né casuale, e asseconda la richiesta dei 5 stelle che, per stare in coalizione, hanno imposto appunto di rinunciare alle primarie. Non solo. Perché in realtà il nome del candidato c’è già, quello della vice di Conte e deputata nuorese Alessandra Todde, su cui il Pd sardo convergerebbe pur se spaccandosi, nel nome di accordi a più ampio respiro, cominciati nella campagna elettorale per l’elezione del segretario dem in Sardegna e proseguiti con gli accordi sulle amministrative di Cagliari e Sassari a giugno prossimo, qualche mese dopo le regionali. Accordi blindati dalle rispettive segreterie regionali che, però, non sono graditi ad alcuni partiti e movimenti, tanto da indurli ad abbandonare la coalizione. Chi è rimasto, però, sa bene cosa fare: la richiesta arrivata da uno dei partiti, Liberu, di mettere ai voti del tavolo di coalizione la rinuncia alle primarie, è stata bocciata all’unanimità, cosa che ha evidentemente messo una pietra tombale sulla possibilità che si facciano.

In questo complicato scenario, c’è poi l’autocandidatura dell’ex presidente Renato Soru: nonostante un durissimo post di sua figlia Camilla, consigliere comunale del Pd e vicinissima alla segretaria Elly Schlein, che contestava la decisione di suo padre invitandolo a ritirarsi, Soru non ha intenzione di retrocedere, portando ulteriore scompiglio nella coalizione.